Ascoli - Con grande stupore, incredulità e sorpresa ho letto le illazioni di stampa circa l'eventualità che il Piceno potesse ospitare rifiuti provenienti da Roma. Si tratta di un'ipotesi destituita di ogni fondamento: non risultano esistere, né all'Ata né alla Provincia, documenti riguardo progettualità o richieste di smaltimento di rifiuti provenienti dalla capitale nella discarica di Geta o in un qualsiasi altro sito ubicato nel territorio provinciale.
Non ci sono poi previsioni o scenari di tale genere nel Piano d'Ambito. Inoltre nessun sindaco ha mai manifestato, in riunioni o incontri per il Piano d'Ambito o sul ciclo dei rifiuti, timori in tal senso. Se qualcuno è in possesso di carte, documenti o ha notizie su fantomatici rifiuti provenienti da Roma, lo invito a farli presenti altrimenti si rischia solo di innescare nella comunità locale ingiustificate preoccupazioni ed allarmi.
Chiarita questa questione, intendo soffermarmi sull'iter del Piano d'Ambito. A tale riguardo ribadisco, come specificato in altre sedi o esternazioni pubbliche, che il documento preliminare rappresenta, come richiesto dalla normativa regionale, una ricognizione dettagliata del sistema di gestione dei rifiuti sul territorio tra cui l'impiantistica, i siti di smaltimento ed altri elementi tecnici e di organizzazione.
Esso è dunque una fotografia a 360 gradi della situazione del ciclo di rifiuti, non vengono assunte decisioni di pianificazione che saranno adottate, in una successiva fase dell'iter di approvazione del Piano d'Ambito e spetterà solo ai sindaci scegliere quali percorsi intraprendere. Tutte le soluzioni sono contemplate: dallo smaltire i rifiuti in ambito provinciale, in altri contesi territoriali limitrofi o adottare altre modalità.
Pertanto, ora che finalmente la programmazione è in mano ai Sindaci e che c'è un processo condiviso e partecipato grazie al fatto che contrariamente al passato l'Ata è stata finalmente costituita, si sono svolte ben 17 riunioni dell'Assemblea dell'Ata e sono state attivate le procedure per il Piano d'Ambito, mi domando: "cui prodest" direbbero i latini, ossia a chi giova far saltare l'iter di adozione del Piano d'Ambito e rischiare il commissariamento da parte della Regione Marche a partire dal 30 giugno prossimo?
Questi sono i veri timori e le inquietudini che gli amministratori, le associazioni e i cittadini dovrebbero porsi. Riconvocheremo l'Assemblea dell'Ata per l'esame e l'approvazione del documento istruttorio che, ripeto di nuovo, "fotografa" la situazione ed individua alcuni possibili scenari per poi arrivare, dopo la verifica della Regione della conformità al Piano regionale, alle scelte in sede di approvazione del Piano d'Ambito e di Valutazione Ambientale Stategica.
E' il momento di superare le divergenze, le preclusioni ideologiche, gli egoismi e gli interessi di parte per giungere un domani a scelte condivise nell'interesse esclusivo dell'intero territorio adottando soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale considerando i rifiuti non come un problema, ma come una risorsa.