Ascoli - La data per la firma dell'Accordo di programma che renderà operativa l'Area di crisi complessa Piceno-Val Vibrata è quella del 15 aprile prossimo, sempreché l'Abruzzo assolva a tutte le incombenze burocratiche dalla sua parte.
Quindi tutte le aziende che hanno previsto investimenti per progetti nell'Area di crisi complessa dovranno attendere quella firma altrimenti i loro investimenti per acquisti e assunzioni non potranno godere dei benefici previsti.
“Un mese in più – ha detto l'on. Luciano Agostini- ha contribuito ad innalzare le risorse del Mise sull'area di crisi: dagli iniziali 15 milioni agli attuali 30. Qualcuno dirà che sono pochi, ma voglio vedere quanti saranno davvero i progetti che potranno esaurire quei 30 milioni, perché a quel punto, mi impegno fin da ora a far aumentare le risorse. Ora si va ad approvare la zona franca, chiedo però alle imprese che beneficeranno di questa provvidenza di reinvestire nel territorio ciò che risparmieranno fiscalmente per accelerare il volano della ripresa”.
All'incontro presso il Piceno Consind c'era anche una delegazione di disoccupati che ha presentato proposte alla giunta regionale e ha rivelato quanto sia urgente un sostegno alle famiglie in questo periodo di crisi dirompente. “Ci sono famiglie – hanno detto – nelle quali in questo momento non lavorano né il marito, né la moglie. Come possono sopravvivere?”.
“La Regione Marche guarda con attenzione al Piceno e punta a capitalizzare al massimo le opportunità offerte dal riconoscimento dell’area di crisi complessa”. Lo hanno assicurato la vicepresidente Anna Casini e l’assessore al Lavoro, Loretta Bravi, nel corso del convegno svoltosi al Consind, dedicato alle opportunità di sviluppo del territorio attraverso le risorse regionali ed europee. Oltre ai finanziamenti previsti dalla legge 181/89 (rilancio delle aree di crisi industriale) e dalla ricostruzione post terremoto, la Regione punterà su interventi specifici e dedicati – dalle borse lavoro alla creazione d’impresa - offrendo “una convinta ed energica opportunità di ripresa”.
Il riconoscimento di area di crisi complessa (32 Comuni della provincia di Ascoli Piceno e 8 del Fermano), ha detto l’assessore Bravi, “può divenire un volano importante per la reindustrializzazione e lo sviluppo di questo territorio, ormai in crisi da più di un ventennio. È la prima area complessa interregionale riconosciuta in Italia. In questo territorio vi è una sovrapposizione di crisi, determinate dall’emergenza sismica e da quella industriale che ha radici storiche e strutturali.
Questo comporta una sovrapposizione di strumenti agevolativi che rappresenta un valore aggiunto, ma che chiede una gestione congrua da parte delle amministrazioni competenti. Sarà questo l’impegno della Regione Marche e del Ministero dello Sviluppo Economico”. La vice presidente Casini ha riferito che la Regione sta negoziando con il Mise un incremento delle risorse disponibili per l’area di crisi, attualmente stimate sui 20 milioni di euro, elevandole a 50 milioni con misure speciali per le aree terremotate.
Una quota consistente andrebbe alle Marche che hanno certificato il 62% dei danni complessivi causati dal terremoto.
“Una buona base di partenza per costruire il rilancio del Piceno, contando anche sulle disponibilità manifestate degli imprenditori locali a Invitalia che ha curato la raccolta delle manifestazioni di interesse a investire - ha affermato Casini – Ora abbiamo un quadro delle opportunità territoriali sul quale appoggiare le risorse pubbliche necessarie a sostenere crescita e sviluppo”.
Ulteriori opportunità per il Piceno provengono dai programmi operativi del Fesr (sviluppo regionale) e Psr (agricoltura) che prevedono una dotazione economica, per questo territorio, di ulteriori 20 milioni di euro.
Con altri 960 mila euro, aggiuntivi al budget del secondo bando, siamo in grado di ammettere anche tutti i 64 progetti presentati dal territorio per la creazione di nuove imprese”. Le opportunità offerte dall’area di crisi saranno integrate con interventi sostenuti dal Fondo sociale europeo (Fse), hanno assicurato Casini e Bravi, in stretto raccordo con l’assessora Manuela Bora che gestisce le opportunità del Fesr.
“Agli investimenti produttivi della 181 – hanno detto – affiancheremo quelli per la formazione del capitale umano, la riconversione delle aree industriali dismesse, il recupero ambientale e l’efficientamento energetico dei siti, oltre alla realizzazione di infrastrutture strettamente funzionali agli interventi”.
Altre azioni riguarderanno il sostegno ai processi di internazionalizzazione, di innovazione organizzativa aziendale, di riconversione produttiva verso settori come turismo e commercio, le borse lavoro, la creazione d’impresa, percorsi formativi mirati per le filiere del tessile-moda-calzatura, legno-mobile, edile, agroalimentare, meccanico-meccatronica-domotica, gomma e plastica.
“Ci muoveremo capillarmente, tenendo conto delle esigenze che emergono dalla territorialità. Anche nella difficoltà in corso, vogliamo partire con un progetto che promuova una imprenditorialità innovativa più attenta alle esigenze della formazione e mercato”, hanno concluso Casini e Bravi.