Castelli (Ifel-Anci): 'Spending review, Comuni promossi. Ascoli Piceno in testa'

Castelli (Ifel-Anci): 'Spending review, Comuni promossi. Ascoli Piceno in testa'

Ascoli eccedeva di 1,8 milioni di euro i fabbisogni standard, cioè il 6,1% in più; oggi la nostra spesa vale il 15% in meno dei fabbisogni standard, cioè 3,5 milioni di euro risparmiati

Ascoli - “Fare spending review si può: il mio Comune lo ha dimostrato essendo, dopo Vicenza, il più virtuoso nella spesa. Spendiamo 3,5 milioni in mezzo in meno rispetto ai fabbisogni standard”.


Il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, responsabile finanza locale dell’Anci (l’Associazione nazionale Comuni d’Italia) commenta così i dati di una indagine di Confartigianato, di cui dà conto oggi Sergio Rizzo sul Corriere della Sera.


Ci sono anche i Comuni meno virtuosi, ma solo il 20% di quelli analizzati spende più di quello suggerito dai fabbisogni standard. E in molti di questi ultimi casi, si scontano tendenze di spesa che, in realtà, si ricollegano a situazioni che risalgano a decenni fa. Sarebbe utile – continua Guido Castelli, che è anche presidente della Fondazione Ifel (Istituto per la Finanza e l’Economia locale) - una classifica analoga stilata per le Pubbliche Amministrazioni centrali. Temo che ne vedremo delle belle.

I Comuni negli ultimi cinque anni hanno ridotto i loro bilanci per almeno 12-13 miliardi e il debito delle amministrazioni locali ha fatto segnare dal 2014 un meno 3 miliardi. Per lo Stato vale l'opposto e il debito "centrale" è continuata a lievitare a dismisura. Solo i Comuni, la maggioranza dei Comuni italiani, si sono dimostrati virtuosi. Vorremmo che lo Stato adottasse con se stesso gli stessi criteri draconiani applicati agli Enti locali”.


L’esempio mediamente virtuoso delle Amministrazioni locali “dovrebbe aggiungere argomenti utili in queste settimane che vedono l’Unione europea reclamare maggior rigore dai conti pubblici italiani – conclude Castelli –. I Comuni i compiti a casa li hanno fatti, alcuni, come Vicenza, Ascoli Piceno, e poi Monza, Bergamo, Verona, Parma e altri ancora hanno addirittura meritati la promozione a pieni voti. Vorrei che anche Roma, intesa come simbolo dello Stato centrale, facesse altrettanto”.


I risultati conseguiti dal Comune di Ascoli Piceno sono ancora più significativi se si confrontano con il trend degli ultimi anni. “Nel 2010 un anno dopo la mia elezione a sindaco – commenta Castelli – il Comune eccedeva di 1,8 milioni di euro i fabbisogni standard, cioè il 6,1% in più; oggi la nostra spesa, dopo la spending review, vale il 15% in meno dei fabbisogni standard, cioè 3,5 milioni di euro risparmiati”.


Le azioni di spending review attuate dal Comune di Ascoli Piceno hanno riguardato un vasto spettro di interventi: piano degli esuberi dei dipendenti, gestione dei musei, razionalizzazione delle utenze comunali, comprese la telefonia, ottimizzazione della gestione degli impianti sportivi. Nel complesso l’anno scorso sono stati risparmiati 4 milioni di minori spese.