Ascoli - "Il 24 agosto è una data che rimarrà scolpita nei nostri cuori per molti motivi e che mi ha trasmesso una convinzione: dobbiamo fare tutto ciò che è necessario affinché nella città di Ascoli si possano dare certezze e sicurezza a tutto il nostro patrimonio immobiliare, in particolare quello privato".
Così il sindaco di Ascoli Piceno Guido
Castelli si sofferma su quanto avvenuto nel capoluogo piceno dopo il
sisma di tre settimane fa che ha sconvolto l'entroterra
marchigiano-laziale.
Castelli mantiene un profilo basso in questa intervista anche sulle esternazioni dell'on. Luciano Agostini (Pd), ma i rumors dicono di una replica al calor bianco in arrivo da parte di esponenti del centrodestra ascolano.
"Attraverso questa esperienza abbiamo notato che soprattutto il nostro centro storico - prosegue Castelli - è afflitto da diverse fragilità". Ad Ascoli le ordinanze di inagibilità e i crolli di piccole parti di cornicioni erano stati riscontrati anche prima del sisma. E' anche per questo che l'amministrazione comunale ha deciso di varare il programma 'Casa Ascoli' che punta a raggiungere tre obiettivi.
"Il primo riguarda il patrimonio pubblico, a partire dalle scuole - spiega il sindaco -. Il secondo è mirato ai privati e già da oggi abbiamo voluto coinvolgere l'università, gli ordini degli ingegneri e degli architetti e l'Ance per capire quali possano essere gli strumenti per rendere convenienti ed economicamente possibili quelle azioni di messa in sicurezza del nostro patrimonio. Ogni proprietario ascolano deve avere la possibilità concreta di agire sul proprio bene immobile".
Un altro step fondamentale del programma è rappresentato dai sistemi mirati ad allontanare dalla città malintenzionati e malviventi.
"Vogliamo assicurare agli ascolani massima sicurezza anche attraverso moderni impianti di videosorveglianza - evidenzia Castelli -. La sicurezza è un dovere e un diritto che non può essere considerato secondario, seguiranno altri importanti appuntamenti volti ad approfondire e migliorare questo tema che come amministrazione comunale abbiamo sempre ritenuto fondamentale".
Sono tutti intorno ad un tavolo i rappresentanti di questa task force sui postumi del terremoto. E' stata l'occasione per parlare di prevenzione che certamente costerà meno della cura dopo avvenimenti sismici come quelli che ci hanno colpito. Lo dice chiaro Franco Gaspari, presidente dell'Ance Piceno.
"Per prima cosa - dice Gaspari - il nostro pensiero va subito alle vittime del terremoto del 24 agosto che, tra l'altro, sono nostri concittadini, tanto è breve il tragitto che ci separa dai luoghi del disastro. Le nostre imprese si sono subito messe a disposizione in silenzio ma fattivamente per fare quanto veniva richiesto a poche ore dal sisma. La parola prevenzione deve però essere al primo posto per evitare che queste tragedie accadano ancora.
Non sappiamo cosa metterà in campo il Governo. Di fatto l'Ance a livello nazionale ha già aperto un dibattito su diversi fronti, compreso quello fiscale. Quello che possiamo dire oggi è che le nostre imprese hanno acquisito una grande esperienza sul tema sismico lavorando nell'area del cratere de L'Aquila. Questa esperienza la mettiamo a disposizione del nostro territorio".
"E l'Unicam è pronta a dare alla task force tutto quanto possiede in competenze scientifiche e operative su rischio sismico e ricostruzione", dice il prof. Giuseppe Losco, preside della Scuola di Architettura, che ha avuto parenti morti nel terremoto dell'Irpinia a San'Angelo dei Lombardi.
Intanto il Comune di Ascoli Piceno ha disponibile un primo studio macroscopico, una mappatura delle zone a maggior rischio sismico ad Ascoli Piceno. Uno studio che sarà ampliato per valutare il "rischio sismico locale" per capire cioè come due immobili costruiti nello stesso periodo e con le stesse metodiche abbiano avuto comportamenti diversi: uno è crollato e l'altro no. Si tratta di differenze del terreno sottostante.
Massimo Ubaldi, già presidente regionale dell'Ance, ha evidenziato l'arretratezza infrastrutturale che non ha consentito di raggiungere spesso le zone del sisma. Ci sono tratti della Salaria con progetti esecutivi già depositati da anni che dovrebbero essere già partiti. Questo è il momento di attivarli. Altro fatto da valutare è quello della sicureazza di invasi come lo Scandarello e Talvacchia. "Occorre che vengano messi in sicurezza - dice Ubaldi - con reti anti frana, per questi sono i rischi veri, non tanto la diga in cemento armato. Le frane cadendo nell'invaso potrebbero far tracimare l'acqua".