“L’appello del ministro Del Rio e del sottosegretario Rughetti ai sindaci italiani per il sì al referendum costituzionale mi sembra come un invito ai tacchini di fare festa a Natale”: è il commento del promotore del comitato dei sindaci per il no, Guido Castelli (Forza Italia), sindaco di Ascoli Piceno e responsabile nazionale Anci per la Finanza locale, presidente di Ifel Fondazione Anci.
Castelli spiega: “Una settimana fa, presentando il mio,libro “No, caro Matteo”, insieme a un gruppo di colleghi sindaci, tra cui il primo cittadino di Chieti, di Arezzo, di Teramo, di Cosenza, di Pietrasanta, abbiamo dato vita a un comitato di sindaci per votare no alla nuova Costituzione.
Non per partito preso, ma perché la riforma costituzionale prevede un processo di azzeramento dell’autonomia locale, avviato dagli atti di Governo di Monti prima e di Renzi poi. Nuovo centralismo, cancellazione del principio di sussidiarietà, fine dell’autonomia locale, taglio ai bilanci e ai servizi locali, nuove tasse locali per farne partecipe lo Stato centrale. I sindaci nella nuova Costituzione diventano commissari prefettizi.
Chiedere ai sindaci di fare campagna per il sì al referendum vuol dire chiedere a chi è vittima di fare festa nel giorno del sacrificio. Tacchini a Natale. Noi, no”. Castelli aggiunge: “Il no al referendum non è una posizione pregiudiziale, suggerita ai 2500 sindaci del centrodestra. Sono convinto che molti colleghi di centrosinistra la pensano come noi. Ho scritto una lettera aperta a Matteo Renzi, perché ci ripensi.
E in questa lettera mi rivolgo anche all’amico Del Rio: quando era sindaco di Reggio Emilia abbiamo condiviso tante battaglie insieme per l’autonomia locale. Oggi Renzi e Del Rio hanno cambiato idea. Io no”.