Marche, Umbria e Toscana insieme in Europa

Marche, Umbria e Toscana insieme in Europa

Sottoscritto a Bruxelles un protocollo d'intesa ufficiale per sancire una nuova massa critica nei confronti dell'Unione Europea

Bruxelles - Firmato dai tre presidenti Ceriscioli, Marini e Rossi (Regioni Marche, Umbria e Toscana) il protocollo d'intesa per creare una maggiore massa critica nei confronti dell'Unione Europea.
Questo il testo ufficiale sottoscritto oggi a Bruxelles.

PROTOCOLLO D’INTESA  fra REGIONE MARCHE via Gentile da Fabriano n. 9, Ancona in persona del presidente dott. Luca Ceriscioli, REGIONE TOSCANA piazza Duomo n. 10, Firenze in persona del presidente dott. Enrico Rossi e REGIONE UMBRIA corso Vannucci n. 96, Perugia in persona del presidente dott.ssa Catiuscia Marini

I presidenti delle Regioni Marche, Toscana e Umbria, RICONOSCENDO come le tre Regioni appartengano ad un'area che presenta comuni vicende storiche coagulatesi fin dal Rinascimento nel valore delle arti, del paesaggio antropizzato, dell'artigianato, dell'organizzazione agraria e delle organizzazioni sociali.

CONSTATANDO come la crisi economico-sociale degli ultimi anni abbia messo a dura prova gli assetti tradizionali dell'organizzazione produttiva e dell'organizzazione sociale che, tuttavia, allo stesso tempo, hanno dato dimostrazione di una buona capacità di reazione grazie al forte sistema territoriale basato sullo sviluppo della piccola e media impresa.

CONSIDERANDO la necessità di promuovere l’evoluzione degli apparati produttivi, tutelare la coesione sociale, preservare e valorizzare i beni ambientali ed adeguare gli assetti istituzionali delle tre Regioni per rispondere positivamente alla dimensione globale della competizione fra i territori.

ASSUMENDO, quindi, che la costruzione di un nuovo patto sociale tra forze produttive e istituzioni, perseguendo altresì rinnovati obiettivi di coesione e inclusione sociale, sia oggi un impegno ineludibile per rendere i territori dell'Italia centrale competitivi a scala globale e per contribuire attivamente al processo di integrazione europea.

RITENENDO opportuno per conseguire questo obiettivo introdurre elementi di discontinuità nelle passate “alleanze” territoriali concentrando le risorse disponibili a favore delle imprese dinamiche, il cui sviluppo funziona da traino e esempio per le altre, puntando sulle reti tra imprese, gli investimenti in ricerca e tecnologia, i processi di internazionalizzazione intesi in senso lato, le infrastrutture di servizio immateriali e materiali.

VALUTANDO necessario affrontare queste sfide anche adeguando la dimensione istituzionale dal momento che nessuna delle tre regioni da sola può pensare di avere la massa critica necessaria per affrontare questi impegni anche dinanzi alla dimensione europea quale parametro delle proprie politiche.

CONSIDERANDO come l’individuazione, in alcuni ambiti definiti da questo protocollo, di sedi e momenti di consultazione, collaborazione e coordinamento delle rispettive azioni politico-amministrative possa far valere maggiormente il peso dei territori e delle popolazioni di riferimento tanto rispetto alle istituzioni europee attraverso le quali sempre più passano le decisioni e le risorse per lo sviluppo, quanto nei confronti dei grandi gestori nazionali di servizi essenziali allo sviluppo. La dimensione territoriale delle tre regioni potrebbe, inoltre, essere più adeguata per attrarre grandi investimenti per opere pubbliche di interesse comune nonché per gestirne la realizzazione.

RICORDANDO, inoltre, che l’esperienza avviata con questo protocollo potrebbe essere di esempio per dare corpo ad un modello di regionalismo che possa al contempo rafforzare la coesione
nazionale, evitando il rischio di frammentazioni localistiche che indebolirebbero il paese nel contesto europeo e globale, e creare una coesione locale, territoriale che riduca la competizione per le risorse e, al contrario, intensifichi la cooperazione fra di essi per migliorare l'efficacia dell’azione di governo e la qualità della vita dei cittadini.

RITENENDO opportuno, nelle more dell’individuazione di organici programmi di collaborazione, individuare da subito alcune linee/progetti da sviluppare congiuntamente.

Tutto ciò premesso e considerato i tre presidenti delle Regioni Marche, Toscana e Umbria stipulano il seguente PROTOCOLLO DI INTESA


Art. 1
(Oggetto e finalità)
1. Il presente protocollo d’intesa istituisce sedi e momenti di collaborazione e coordinamento, nelle
modalità di seguito specificate, in prevalenza nei seguenti ambiti:
a) sanità e welfare;
b) tutela del paesaggio, dell'agricoltura non estensiva e di qualità, del contrasto ai cambiamenti climatici;
c) sviluppo economico – ivi incluse iniziative per lo sviluppo locale – e sostegno alle imprese dinamiche;
d) formazione e lavoro;
e) realizzazione di infrastrutture, materiali ed immateriali, a servizio dello sviluppo;
f) cultura e turismo
g) gestione dei fondi europei, incluso l’efficientamento del pagamento degli aiuti, e partecipazione a
progetti europei di comune di interesse;
h) riforma e riqualificazione della pubblica amministrazione.
2. Il protocollo assume quale proprio obiettivo il perseguimento di una sempre più stretta integrazione
fra le politiche di comune interesse nei confronti della Unione Europea e dello Stato.
Art. 2
(Coordinamento politico)
1. I presidenti di Marche, Umbria e Toscana, su iniziativa di ciascuno di essi, si riuniscono anche insieme
ai rispettivi assessori per concordare linee di azione comuni e progetti di collaborazione in tutte le
materie di rispettivo interesse anche al di là degli ambiti di cui all’articolo 1.
2. Le Giunte di Marche, Umbria e Toscana effettuano incontri periodici a cadenza almeno semestrale
per approvare i programmi annuali delle attività, dare indirizzi per la loro implementazione, monitorarne
l’andamento anche con l’esame delle apposite relazioni dei gruppi di lavoro e, infine, verificare i livelli
di collaborazione raggiunti.
Art. 3
(Gruppi di lavoro)
1. Le sedi di coordinamento politico di cui all’articolo 2 istituiscono, anche mediante scambi informali
di note, gruppi tecnici di lavoro interregionali sugli ambiti oggetto del presente protocollo.
2. I gruppi di lavoro sono composti dai direttori e dai dirigenti competenti nelle materie di interesse e
alle relative riunioni possono essere invitati anche soggetti esterni.
3. I gruppi di lavoro propongono al coordinamento politico i programmi annuali di attività e ne curano
l’implementazione delle attività programmate in sede di coordinamento politico ed elaborano relazioni
di monitoraggio periodiche sulle attività svolte.
Art.4
(Attività di rapido avvio)
1. Nelle more della definizione dei programmi di cui all’art. 2, i Presidenti concordano fin d’ora di
dare avvio, previa verifica congiunta della fattibilità, alle seguenti attività congiunte:
a. Uno o più progetti comuni nel campo delle relazioni e cooperazione internazionali;
b. Una o più iniziative comuni di promozione del brand delle tre regioni, a valere su comuni e
condivisi caratteri distintivi costitutivi dell’identità territoriale delle tre regioni;
c. Definizione di un modello comune (standard) di strumento di incentivazione per le imprese, sia
dal punto di vista della procedura che per il format del relativo bando;
d. Definizione di un modello comune (standard) di strumento di promozione e sostegno
dell’occupazione giovanile, sia dal punto di vista della procedura che per il format del relativo
bando;
e. Individuazione di elementi progettuali comuni “transfrontalieri” nell’ambito delle rispettive strategie
per le Aree interne di cui all’Accordo di Partenariato 2014-2020;
f. Definizione di modalità ed obiettivi comuni di lavoro delle rispettive sedi di rappresentanza
presso la Commissione europea.
g. Definizione delle modalità operative per la realizzazione congiunta di una o più Centrali Uniche
di Risposta (CUR), per l’attuazione del servizio del Numero Unico di Emergenza Europeo (112
NUE).
h. Attuazione delle modalità operative del soggetto aggregatore unico
2. I gruppi di lavoro di cui all’art. 3 possono proporre e implementare ulteriori attività di rapido
avvio, nelle more della approvazione dei programmi annuali di attività, previo assenso del coordinamento
politico di cui all’art. 2.
Art. 5
(Durata)
1. Il presente protocollo ha efficacia fino allo scadere della X legislatura 2015-2020.
2. Resta salva la continuità dell’azione amministrativa per i progetti che abbiano continuità temporale
oltre i termini di cui al punto 1.