Grottammare - "Anche se è passato molto tempo dall'approvazione del PRG di Grottammare, fa molto piacere sapere che le ragioni della pianificazione territoriale e dell’interesse pubblico, possono ancora prevalere, se organizzate in un quadro coerente, equo e trasparente di regole urbanistiche.
Ricordo bene quanta fatica e quanto coraggio furono necessari per tagliare dal Piano ereditato dalle Amministrazioni precedenti oltre un milione di metri cubi di cemento e per restituire alla destinazione agricola ed alla qualità paesaggistica oltre 4 chilometri quadrati di aree edificabili, collinari e costiere (si pensi alle zone vivaistiche allora destinate all'espansione edilizia!).
Quanti attacchi politici e minacce di privati dovemmo subire per far prevalere un “progetto di città più bella, giusta e vivibile per tutti” sugli interessi particolari, piccoli e grandi che l’avrebbero resa irriconoscibile.
Tutto ciò per fare quello che tanti politicanti e tecnici asserviti, sostengono ancora non si possa fare: tagliare in riduzione volumi di edificazione e consumo di suolo per migliorare il futuro di tutta la comunità insediata. Ricordo persino che un illustre e noto professore, chiamato a pagamento dalla Provincia di allora a dare il suo parere sui nostri tagli, li definì un “suicidio giuridico”.
Il progetto del PRG di Grottammare, oggi “legittimato” anche dalla giustizia amministrativa, è stato invece un lavoro di grande innovazione anche sotto il profilo disciplinare e ha lasciato dei segni positivi sulla città e sul suo territorio.
Si decise a quel tempo, con realismo politico, di rimettere in gioco tutte le precedenti previsioni urbanistiche con la sola eccezione delle aree urbane di recente formazione (le cosiddette zone di completamento), sulle quali negli anni successivi si è densificata la città. Oggi Grottammare è una città più compatta che ha saputo salvaguardare i suoi tessuti urbani storici ed il territorio extraurbano.
La revoca della lottizzazione Collevalle, con il suo milione di metri quadri di aree collinari da urbanizzare, la cancellazione del piano particolareggiato turistico-alberghiero nella zona vivaistica del lungomare, il vincolo di destinazione “generale e perenne” di tutte le strutture alberghiere (…a differenza dei comuni limitrofi), ne sono stati alcuni dei segni più evidenti.
Ora il Tribunale conferma che l’Amministrazione fece una scelta opportuna, orientata alla salvaguardia di valori paesaggistici ed ambientali, patrimonio della comunità locale.
Il mio rammarico, nel nostro tempo, è che il grande tema della gestione del territorio e dell’organizzazione delle città sia uscito dall'agenda della politica. Eppure ce ne sarebbe grande necessità, pur se da sviluppare con strumenti tecnici rinnovati e in un quadro di domanda collettiva profondamente mutato".