Pesaro - Un’unica Camera di Commercio; la quinta in Italia
per numero di imprese (220mila). Un modo per contare di più piuttosto che un
gioco al ribasso. Il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli alla direzione
della CNA di Pesaro e Urbino, torna a parlare agli imprenditori artigiani
dell’imminente riordino degli Enti camerali e ipotizza la creazione di un’unica
Camera di Commercio regionale così come quella di un’unica Azienda speciale.
“Non si tratta di un accorpamento che toglie risorse ai territori - ha detto Ceriscioli - ma di una razionalizzazione e di un rafforzamento delle politiche settoriali e di sviluppo delle imprese. Non più dispersioni, divisioni e azioni scollegate tra di loro, ma concentrazione dei progetti e delle risorse”.
Definitivamente
archiviata anche la prima ipotesi circolata (due Camere di Commercio una a nord
con le province di Ancona e Pesaro e una a sud con Macerata, Ascoli e Fermo),
torna in campo dunque una grande Camera di Commercio regionale nell’ipotesi di
riordino degli Enti camerali, la cui prima scadenza è fissata per il 30 giugno.
Per il Governatore Ceriscioli è questa la strada giusta da
percorrere, “i grandi cambiamenti vanno
vissuti senza timori; non affrontare i rischi significa perdere comunque. Ed
ancora; le scelte vanno fatte mettendo insieme le risorse”. Ed a questo
proposito Ceriscioli - che annuncia un assestamento del bilancio regionale a
marzo - tocca anche il tema dei Confidi. “Anche
in questo campo dobbiamo percorrere processi di aggregazione. Abbiamo stanziato
12 milioni di euro a favore delle imprese. Non vogliamo però che questi soldi
servano solo a sopravvivere ma diventino occasione di sviluppo”.
Alla presenza dei presidenti delle Camera di Commercio di Pesaro (Alberto Drudi) e Ascoli (Gino Sabatini) quest’ultimo anche presidente regionale CNA, il segretario della CNA di Pesaro e Urbino, rilancia la posizione della CNA sul riordino delle Camera di Commercio.
“L’importanza degli Enti camerali per noi - dice Bordoni - è strategica. Il lavoro straordinario che hanno fatto in questi anni per promuovere le nostre aziende all’estero, per finanziare progetti di rete e di sviluppo dei nostri distretti, è stato fondamentale.
Non vogliamo che il
populismo e la demagogia prevalgano sulle scelte consapevoli. A noi non
interessa il dibattito su quante Camere di Commercio e sulle poltrone. A noi
interessa che non venga a mancare quella politica di sostegno, di promozione e
sviluppo delle imprese, soprattutto nel nostro territorio devastato da anni di
crisi profonda”.
“Se molte aziende si
sono salvate in questi anni - ha ribadito il presidente provinciale della
CNA, Alberto Barilari - è stato anche per
le azioni messe in campo dalla Camera di Commercio, soprattutto per promuovere
i processi di internazionalizzazione e aiutare le piccole e medie imprese ad
esportare verso nuovi mercati. Parimenti - ha aggiunto Barilari - va detto il nostro Confidi (Fidimpresa Marche),
ha aiutato centinaia e centinaia di imprese a non chiudere i battenti mentre le
banche chiudevano i rubinetti”.
All’ipotesi di razionalizzazione e di Camera di Commercio la
CNA di Pesaro e Urbino non si oppone. “Purché
- dicono Bordoni e Barilari - non vengano
a meno risorse, sostegno ai progetti e alle iniziative di qualità e non venga
smantellata una presenza territoriale importante per il nostro sistema di
imprese. La nostra associazione è da sempre in prima linea per aiutare le
imprese e per raccordarsi con le istituzioni (in primis le Camera di
Commercio), ed è per questo che non possiamo perdere un punto di riferimento e
di conoscenza profonda dei settori economici del territorio che sono vitali per
le azioni di sviluppo delle aziende”.
Non si oppongono al riordino di Cdc e Aziende speciali nemmeno Drudi e Sabatini che nei loro interventi alla platea di associati CNA, hanno auspicano però una regia attenta che non penalizzi i territori e che smantelli un sistema che fino ad ora ha garantito sviluppo, coesione sociale e ricchezza”.
La CNA di Pesaro e Urbino per parte sua seguirà con attenzione la vicenda del riordino delle Camera di Commercio. “Per noi non è un semplice registro anagrafico - ha detto Bordoni - ma parte integrante del nostro sistema di relazioni e di promozione delle imprese. Razionalizzazione, riordino sono parole sacrosante ma non possiamo perdere risorse e disperdere progetti, né smantellare una presenza sui territori. Per questo chiediamo alla Regione un impegno straordinario per far sì che la Camera di Commercio regionale (magari affiancata da una serie di presidi territoriali), diventi davvero un’opportunità e un ulteriore stimolo allo sviluppo. Se davvero conteremo di più a livello nazionale (siamo la regione più artigiana d’Italia), è probabile che anche le nostre imprese ne beneficeranno”.