Approvato dopo 21 anni il Prg di Ascoli Piceno firmato Cervellati

Approvato dopo 21 anni il Prg di Ascoli Piceno firmato Cervellati

Lo strumento è finalmente adeguato al Ppar, rsponde alla riqualifucazione dell'ex area Carbon. E' ispirato dal Parco fluviale e dalla città degli orti

Ascoli - Il comune di Ascoli Piceno ha un nuovo Piano regolatore generale. E’ stato approvato in Consiglio comunale con i voti della maggioranza, contrari invece Pd e M5S.

Si compie un atto che la città attendeva da decenni. Da qualsiasi punto di vista questo fatto lo si voglia vedere è un risultato per l’attuale amministrazione Castelli, con un lavoro certosino dell'assessore all'urbanistica Gino Lattanzi.

Si risolvono due problemi: l’adeguamento al Ppar (Piano paesaggistico ambientale regionale) con relativo snellimento delle pratiche burocratiche dei cittadini e imprese, e la velocizzazione dell’Accordo di programma per la riqualificazione dell’ex area Sgl Carbon.

Il sindaco Castelli è stato chiaro: non c’è stata proposta alternativa da parte delle opposizioni. Il professor Pierluigi Cervellati, urbanista di fama internazionale, professa in Consiglio comunale il suo amore per Ascoli Piceno. Una città che conosce con la chiamata proprio per redigere il Prg nel 1995 da parte dell’allora sindaco Roberto Allevi.

Sono passato 21 anni da quel giorno. Cervellati pone come perni centrali di questo Piano, realizzato con l’ausilio degli architetti Serafino Guaiani e Alessandro Traini e i tecnici degli uffici comunali: l’ex area Carbon e il Parco fluviale che diventa anima di questo Prg che proprio dall’ex Carbon fa battere il suo cuore centrale. Con il concetto di innovazione in agricoltura di" Ascoli città degli orti".


Il professor Cervellati a proposito del tema Carbon lancia un paragone con la sua città, Bologna. Nel 2000 dette agli amministratori alcuni consigli su una zona inquinata della città. Quei consigli, per il solito dibattito sulla giustificazione di sostenibilità finanziaria della bonifica a fronte di realizzazini edilizie, vennero lasciati lettera morta con il risultato che si continuò a costruire ai margini della zona inquinata e quell'inquinamento resta tutt'ora, anzi si è aggravato, con la possibilità di raggiungre tra breve le falde acquifere.

Ad Ascoli Piceno si va su una strada poitiva per la soluzione del problema ambientale con il recupero alla città forse del più grande parco pubblico della Regione Marche, circa 90 mila metri quadrati.

Francesco Ameli, capogruppo del Pd sostiene che questo Prg non fa sognare, non è legato alla situazione demografica dell’attuale Ascoli Piceno, di fatto però oltre al tema dello stadio il” sogno” del Partito Democratico si arena sulle solite critiche alla riqualificazione della ex Sgl Carbon e sui numeri dell’aumento abitativo complessivo, tra Monterocco, Villa Rendina e Carbon, cioè 5.800 abitanti eventuali in più, senza risposte per la riqualificazione del centro storico (ma qui incombe a salvaguardia, con norme specifiche il Piano Secchi).

 

L’ex sindaco Roberto Allevi parla di differenze tra un Prg di sinistra e uno di destra. Non vede alcune attenzione per l’edilizia convenzionata, non ci sono risposte alle circa 400 domande di case popolari (ne sarebbero state evase solo 10). Forse un boomerang per in risposta il consigliere di maggioranza Cesare Celani ricorda le lungaggini del Pennile di sotto eppoi, c’è da dire che è la Regione Marche, cioè l’Erap, che ha per competenza di realizzare o acquistare case popolari.