Una legislazione che riguarda i minori (l'adozione questo è) dovrebbe avere i minori come protagonisti, non come oggetti di soddisfazione di un presunto diritto altrui.
Ascoli - La prossima settimana sarà una settimana molto particolare per l'Italia e, dunque, anche per Ascoli. Inizierà la discussione sul disegno di legge "Cirinnà" sulle unioni civili e sulla possibilità di adozione (anche) da parte delle coppie omosessuali.
Si tratta di un argomento diverso da quelli che, usualmente, vedono impegnati sindaci e amministratori, sempre alle prese con multe, semafori e buche delle strade. Ciò nonostante avverto sempre di più la crescita di interesse dei miei concittadini verso i nuovi orizzonti che la "Cirinnà" potrebbe, se approvata, prefigurare.
Già domani, alle 17.00, ad esempio l'associazione delle "sentinelle in piedi" terrà un sit in corso Trento e Trieste proprio su questi temi. Insomma: visto che molti mi chiedono cosa penso in proposito, non voglio sottrarmi e dico la mia nell'auspicio di poter contribuire alla discussione relativa ad un tema così importante e, per certi versi, storico.
Il mio orientamento culturale, come è noto, è di ispirazione cattolica ma, in realtà, vorrei evitare posizioni ideologiche e confessionali (intendiamoci, c'è un modo di essere iperconfessionali anche quando ci si proclama laici) e, a questo proposito, sarebbe utile porre mente a due cose.
La prima: le unioni civili non dovrebbero scimmiottare l'istituto del matrimonio, ma - come rammentava la Consulta nella sentenza di cui si parla tanto in questi giorni - dovrebbero caratterizzarsi in modo originale, distintivo. Diritti (e doveri) più forti, rispetto a quelli sanciti dal Codice civile, ma non uguali a quelli dettati nel matrimonio tradizionale che si pone da sempre come unione destinata (o preparata) alla procreazione naturale. La procreazione assistita nasce come supporto quando quella naturale non è praticabile, non come metodo alternativo.
La seconda: quando si parla di unioni civili aperte alla possibilità di adozione, si vuole dare soddisfazione al presunto diritto alla genitorialita', senza chiedersi alcunché circa il diritto del minore di essere tutelato nella sua condizione di natura.
A poco valgono le parole spese per dire che ci sono figli traumatizzati da coppie eterosessuali in feroce disaccordo, che preferirebbero la serena compagnia di una coppia omosessuale. Tutto vero; vero quanto quello che scriveva Dostoevskij - l'uomo è l'essere che si adegua e si abitua a tutto - e che non depone a onore della nostra specie.
Una legislazione che riguarda i minori (l'adozione questo è) dovrebbe avere i minori come protagonisti, non come oggetti di soddisfazione di un presunto diritto altrui.
Anche per questi motivi il prossimo 30 gennaio parteciperò al family day di Roma per manifestare la mia contrarietà al disegno di legge Cirinnà. Ci sono momenti in cui sono in ballo cose così importanti che non ci si può permettere di voltare la faccia da un'altra parte e far finta di niente; magari per evitarsi furbescamente un pò di critiche.
Penso davvero che stiamo vivendo uno di quei momenti.