Un progetto così importante come la realizzazione di un unico nosocomio avrà sicuramente dei punti di forza straordinari, ma, come in ogni grande opera, ci saranno altrettanti punti di debolezza.
La questione della riorganizzazione dei punti nascita nelle Marche certifica con i fatti il cambiamento in atto nella sanità. Cambiamento legato anche alla crescita dell'età media della popolazione. Trend che non può essere affrontato con strumenti vecchi ed inadeguati, anche perché nel contempo la tecnologia evolve e dobbiamo adeguarci.
Per questo occorrono risposte che solo una fase di buona politica può dare. In questo scenario interviene il vice presidente del Gruppo PD in Consiglio regionale, Fabio Urbinati, che avanza la propria prospettiva sulla sanità regionale e picena, nel medio e lungo termine.
“Niente suscita interesse e preoccupazione nell'immaginario degli operatori e, soprattutto, dei cittadini, come il destino della sanità – sostiene Urbinati –. Così, anche la discussione scaturita intorno alla chiusura dei punti nascita sotto i 500 parti annui – fermo restando che nel Piceno nessun punto nascita sarà chiuso nel 2016 – fa riaffiorare antiche preoccupazioni e fa riemergere con forza macroscopici errori del passato.
Il settore della sanità pubblica – continua il vice presidente del Gruppo PD – impone, oggi, una visione di insieme, da costruire uscendo totalmente dalle logiche che fino ad ora l'hanno governata. Proprio per questo, la politica, in particolare quella picena, deve assumersi la responsabilità di aprire una pagina nuova.
Per quanto riguarda la gestione dell'esistente – spiega il consigliere PD –, l'integrazione in area vasta è già partita; ci sono luci ed ombre, ma credo che sostanzialmente si stia facendo un buon lavoro, pur se tra tante difficoltà.
Quella che manca, invece, a mio avviso, è una visione di lungo periodo. Se si parla, infatti, di ospedale unico per il Piceno, ma nel contempo non si trovano percorsi per decidere come finanziarlo e come progettarlo, si continuerà a parlarne all'infinito senza arrivare ad alcun risultato concreto. La consapevolezza che l'ospedale unico sia ormai una necessità si sta radicando sempre più nell'opinione pubblica.
È per questo – incalza Urbinati – che invito il mio Partito a prendere di petto la questione e a portare la discussione in tutte le sedi, a partire dalle nostre sezioni. Il PD piceno deve diventare protagonista di questo percorso: se non lo facesse, abdicherebbe alla propria funzione, a quella funzione di guida che un partito del 40% deve svolgere.
Un progetto così importante come la realizzazione di un unico nosocomio – aggiunge il vice presidente del Gruppo PD – avrà sicuramente dei punti di forza straordinari, ma, come in ogni grande opera, ci saranno altrettanti punti di debolezza.
Quello che non dobbiamo fare è fermarci davanti alle prime difficoltà, perché non faremmo il nostro dovere. Io ho le idee molto chiare e se Fermo (con il contributo fondamentale del PD fermano) sta riuscendo con impegno in questa impresa dobbiamo farcela anche noi.
La sanità ha bisogno di percorsi che portino nei posti giusti persone competenti e meritevoli. Spero sia finito il tempo in cui alcuni “politici” basavano il loro consenso controllando questo o quel direttore.
Il presidente Ceriscioli – conclude Urbinati – ha avviato un percorso chiaro e coraggioso sulla sanità marchigiana, un percorso che io condivido e che sosterrò al suo fianco con convinzione. Non perdiamoci, quindi, in stupidi campanilismi o prese di posizione dettate da convenienze particolaristiche o favoritismi: se non decidiamo, ora e consapevolmente, del nostro futuro, i nostri figli non ce lo perdoneranno".