Ancona - Le organizzazioni sindacali che rappresentano la maggioranza del personale del Corpo forestale dello Stato hanno indetto, a Roma, una conferenza stampa unitaria contro la “militarizzazione d’autorità” attraverso il passaggio obbligato nell’arma dei carabinieri.
Contestualmente, in tutte le sedi di contrattazione decentrata delle regioni a statuto ordinario si sono tenute assemblee del personale come per la regione Marche ad Ancona presso la sede del comando regionale del Corpo forestale dello Stato.
In considerazione della particolare e delicata tematica trattata si è discusso del futuro dei settori della sicurezza e dei controlli in materia agroalimentare ed ambientale che verrebbero ad evidenziarsi con l’eventuale assorbimento ad altra forza di polizia, e con uno smembramento delle funzioni oggi svolte efficacemente in forma unitaria dal corpo forestale.
Infatti la volontà governativa di ridurre dagli attuali 5 a 4 i corpi di polizia non prevede una seria razionalizzazione dell’intero comparto sicurezza ed evidenza la grande incoerenza e criticità che mantiene la sovrapposizione di competenze con le regioni a statuto speciale e province autonome ove rimangono i corpi forestali regionali/provinciali, oltre alle iniziative in atto per l’istituzione di autonomi corpi forestali regionali anche da parte di regioni a statuto ordinario.
Accanto alle associazioni ambientaliste ed animaliste, anche la società civile, la Regione Marche e molte amministrazioni locali, che riconoscono il lavoro che il Cfs svolge e, consapevoli del rischio che questa riforma potrà negativamente influire sulla tutela ambientale, hanno più volte espresso il loro parere a favore del mantenimento dell’unitarietà del Cfs.
Il ventilato accorpamento all’arma dei carabinieri modifica forzosamente lo stato giuridico dell’ordinamento del personale da civile a militare in difformità di pareri della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea che si sono espresse sul principio per cui le forze di polizia militari hanno ragione di esistere solo nei contesti di guerra e che comunque anche il personale militare deve godere dei diritti civili e sindacali come ogni altro cittadino del proprio paese.
L’ambiente, i parchi e la natura non possono essere soggetti ad un controllo di una forza armata militare.
Detto ciò la maggioranza del personale è contraria all’eventuale cambiamento dello stato giuridico, su questo punto potrà essere attivato un contenzioso, a vari livelli, sia dai singoli dipendenti del Cfs che da soggetti politici, sindacali e del mondo dell’associazionismo in sede giurisdizionale sia italiana che dell’unione europea.
Le organizzazioni sindacali chiederanno un incontro con il presidente della Regione Marche per illustrare le perplessità e le criticità nella continuazione dell’esercizio delle funzioni svolte dal personale forestale marchigiano in materia ambientale regionale a seguito dell’eventuale riordino.
Chiedono a tutti di manifestare la contrarietà al progetto inviando un mail di protesta a: matteo@governo.it