Ascoli - Oltre 300 sportelli tra Marche, Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna e Molise. Circa 2.700 dipendenti e un capitale sociale, al 31/12/2013, di € 662.756.698,76. Non a caso il sito dell’Istituto di credito riporta i dati del 2013 perché sono due anni che BancaMarche è stata commissariata dal Ministero dell’Economia. La più grande banca della regione è in una situazione davvero complicata.
Per salvarla occorrerebbe almeno un miliardo di euro. Alla magistratura il compito di fare luce sulla precedente gestione ma i marchigiani che si erano rivolti con fiducia alla Banca ora tremano.
Si faceva affidamento sul Fondo interbancario, sollecitato dalla Banca d’Italia ma, secondo un articolo de Il Sole 24 Ore del 24 settembre scorso, a firma di Marco Ferrando “Mancano ancora i presupposti normativi e numeri certi per poter procedere con il piano di salvataggio”.
A parere del sottoscritto le cose non stanno proprio così, perché il Fondo Interbancario di tutela dei depositi può tranquillamente salvare BancaMarche anche in assenza del provvedimento di cui sopra: molto banalmente, basta metterci i soldi. L’approvazione del provvedimento in questione invece consentirebbe alle banche del consorzio Fitd (Intesa ed Unicredit, in primis) di impegnare molte meno risorse nel salvare BancaMarche, e a rimetterci in questo caso sarebbe il nostro territorio.
Infatti se dovesse essere approvato il Decreto Legislativo che disciplina l’entrata in vigore della direttiva Brrd, che permette la conversione di obbligazioni subordinate in azioni, le famiglie che hanno i loro depositi in BancaMarche, le aziende, le Fondazioni bancarie marchigiane, rischiano di vedere sparire diverse centinaia di milioni di euro che da obbligazioni diventerebbero azioni con il rischio di una loro rapida svalutazione.
Un colpo durissimo per la nostra Regione.
E mentre le famiglie e le aziende che hanno avuto fiducia in questo istituto di credito, ora tremano, le Istituzioni tacciono. La Regione Marche continua nel non vedere, o nel non voler vedere, la difficilissima situazione e non una parola è stata spesa dall’attivissimo Presidente Ceriscioli.
Lo scorso luglio incontrandosi con il Governatore della Banca d’Italia, Visco, disse che vi era un clima di positiva fiducia sul futuro di BancaMarche.
Siamo lieti della visione positiva del futuro del Presidente Ceriscioli ma non sarebbe male se indicasse, anche a chi tanto fiducioso non è, quali sono i motivi, a lui conosciuti, per la positiva fiducia.
Credo che la politica debba, invece, dare risposte certe e non fiduciose aspettative in interventi puramente teorici e comunque carichi di nubi temporalesche a dimostrazione che chi doveva vigilare, e non lo ha fatto, ora è assolutamente vigile e accanto ai cittadini perché essi non debbano pagare il danno oltre la beffa.