Ascoli - l tema dell'emergenza rifiuti è stato al centro delle considerazioni sul bilancio consuntivo in Consiglio comunale.
"Quello dei rifiuti è un tema che
incide fortemente sul bilancio - ha detto Monica Acciarri consigliere del PD candidata al Consiglio regionale - E la discussione sul rendiconto
impone alcune riflessioni che, pur esulando dalle dinamiche
finanziarie dell'esercizio 2014, riguardano temi di grande rilievo
sul piano degli equilibri economici sia del comune di Ascoli che
degli altri comuni del Piceno.
Mi riferisco alle problematiche relative al ciclo dei rifiuti, all'esaurimento della discarica di Relluce con la mancata attivazione della sesta vasca.
Il venti per cento del nostro bilancio, per una cifra di poco inferiore ai dieci milioni, è impegnato dalle attività connesse ai rifiuti e le gravi incertezze che derivano dall'attuale situazione di emergenza ci preoccupano molto.
Il sindaco, anche oggi, qui in Consiglio e sui giornali evoca il rischio che la Tari, la tassa sui rifiuti, possa aumentare addirittura dl 10 per cento. Le famiglie e le imprese sono stremate dalla crisi ed eventuali inasprimenti fiscali deprimerebbero ulteriormente le , già molto compromesse, condizioni economiche della città.
Il sindaco ricollega tutto questo alla mancata approvazione della sesta vasca da parte della provincia e fornisce dettagli inquietanti in ordine alle motivazioni che, a suo dire, ispirerebbero l'azione del presidente D'Erasmo. Sotto quest'ultimo aspetto però invito il Sindaco ad essere più chiaro e circostanziato.
Non si possono formulare accuse così gravi senza sentire contestualmente l'obbligo di specificare i termini di quella che lui definisce “saldatura politica tra il PD e i soggetti privati impegnati da sempre nella scalata al ‘tesoro’ dei rifiuti ascolani”.
Non si possono fare accuse così gravi senza contestualmente avvertire l'esigenza di informare la città in modo esplicito dei termini di questo presunto complotto, o, meglio, di questa saldatura. Io anche prediligo la gestione pubblica dei rifiuti ma anche per questo vorrei capire meglio se le sue accuse, caro Sindaco, sono fondate o se sono il frutto delle consuete polemiche tipiche della dialettica politica pre-elettorale.
Per quanto riguarda invece la mancata approvazione della sesta vasca, il Sindaco Castelli se se la prende in maniera così feroce con D'Erasmo dovrebbe prendersela almeno con altrettanto vigore con il suo predecessore: Piero Celani il quale evidentemente è "colpevole" almeno quanto D'Erasmo del blocco forzato di Relluce.
Per almeno un anno e mezzo la Provincia guidata da Celani ha bloccato il progetto della sesta vasca proposto da Ascoli Servizi Comunali eppure non ho sentito da Castelli alcuna censura nei confronti di Celani il quale oggi, al contrario, si propone come candidato vicepresidente di Forza Italia alla Regione nonostante le molte omissioni ed i molti ritardi che hanno caratterizzato la sua gestione dell'ente provincia.
Rispetto alla questione della sesta vasca infine non possiamo non tenere conto delle forti rimostranze che i paesi vicini di Appignano e Castel di Lama da sempre hanno manifestato all'indirizzo del Polo ambientale di Relluce. Bisognerebbe cercare un dialogo con questi comuni.Comprendere in modo collaborativo e partecipato se è possibile condividere un percorso capace di scongiurare il rischio di quegli inasprimenti fiscali evocati da Castelli.
Su una cosa sono d'accordo con Lei, caro Sindaco, e cioè che il NO alla sesta vasca deve necessariamente accompagnarsi ad una SI rispetto ad una soluzione alternativa . Bloccare Relluce senza disporre di una strategia alternativa è certamente rischioso.
È assolutamente necessario superare l'impasse dell'emergenza rifiuti individuando nel più breve tempo possibile un'alternativa seria e reale a Relluce. E anche sotto questo aspetto si impone una riflessione più ampia e articolata di quella che si concentra nelle semplici polemiche giornalistiche. Il mio è un invito che rivolgo a tutte le parti di questo conflitto dei rifiuti: non scherziamo col fuoco e cerchiamo di uscire dalla polemica nell'interesse della comunità che amministriamo".