Spacca, sulla mozione di sfiducia e delle dimissioni degli assessori Pd

Spacca, sulla mozione di sfiducia e delle dimissioni degli assessori Pd

Infine è ridicola l’accusa di usare mezzi della regione per svolgere la campagna elettorale

Ancona - Un atto di scarsa responsabilità istituzionale. Siamo infatti ormai entrati nella fase dell’ordinaria amministrazione che corre su binari prefissati per garantire l’imparzialità dell’azione amministrativa e del confronto elettorale.


La serietà e gli obblighi nei confronti della comunità regionale esigono di assicurare il buon governo della Regione fino all’ultimo giorno della legislatura. L’attività amministrativa va messa in sicurezza garantendone con responsabilità l’equilibrio fino al 31 maggio.


Tanto più che la fase dell’ordinaria amministrazione è prevista  e programmata dall’articolo 29 dello Statuto regionale per non creare turbamento negli ultimi giorni della legislatura. In base ai criteri definiti dalla giurisprudenza costituzionale e amministrativa, in questa fase vengono adottati atti che servono ad ‘assicurare la continuità dell’amministrazione per evitare l’indiscriminata e totale paralisi dell’organo’.


Purtroppo, tra le Marche e il Partito, il Pd dimostra di scegliere il secondo. Inoltre le considerazioni politiche che accompagnano la richiesta di dimissioni sono ossessive e pretestuose. Il Pd sa bene di aver rifiutato ostinatamente qualsiasi apertura alle espressioni più sensibili della comunità regionale, orientate alla valorizzazione dei ceti medi e produttivi, ed aver organizzato una proposta di governo per la prossima legislatura che ha un unico asse di riferimento: l’egemonia del partito sull’amministrazione regionale, che non ha precedenti nell’esperienza di centrosinistra che ha caratterizzato questi ultimi dieci anni. Un’impostazione egemonica che non chiude una legislatura, ma un ciclo della vita politica regionale.


Infine è ridicola l’accusa di usare mezzi della regione per svolgere la campagna elettorale. Come sempre avvenuto il candidato sospende l’utilizzo di ogni strumento istituzionale (dal telefono alla fotocopiatrice) e partecipa unicamente alle sedute formali che garantiscono la continuità amministrativa. Così avviene in Umbria, Toscana, Campania, Veneto, laddove un presidente uscente risulta candidato”.

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