Ancona - A Migliaia di marchigiane e marchigiani colpiti dal dramma della disoccupazione hanno subito l’ulteriore umiliazione di dover trascorrere la rigida notte scorsa all’addiaccio davanti agli uffici per
l’impiego delle Marche.
L’hanno dovuto fare, anche se non più giovani o malati, per non perdere l’opportunità di rientrare tra i primi 450 che potrebbero beneficiare di altrettante borse di lavoro semestrali per un importo di 650 euro lorde riservate, appunto, ai disoccupati con età superiore ai 30 anni.
Si tratta dell’ennesimo allarme rosso sul degrado del tessuto sociale e del livello di civiltà della nostra regione, al di la della retorica di quanti si proclamano attori di buon governo nelle Marche,riempiono le strade marchigiane con grandi manifesti con su scritto “obiettivo lavoro” o di quella del premier/segretario del PD sulle nuove opportunità di lavoro (...schiavitù!) promesse dal jobs act.
Una vera vergogna! Le responsabilità di questa vergogna vanno addebitate interamente alla Giunta Regionale guidata da Gianmario Spacca ed al Partito Democratico che ne regge le sorti. Personaggi e partiti che oltre alle poche risorse stanziate, e quindi ai pochi posti in palio in questa tragica lotteria, aggiungono un assurdo meccanismo di selezione dei vincitori: il partecipare può ottenere 100 punti, ma oltre i 60 (soglia facilmente raggiungibile se si hanno 24 mesi di disoccupazione) i punti smettono di contare e vale solo l’ordine cronologico di presentazione delle domande.
Una scelta quantomeno raffazzonata e scellerata, confermata nonostante le avvisaglie di questa situazione, idonea soltanto a fomentare una drammatica guerra tra poveri! Rifondazione Comunista nell’esprimere solidarietà e vicinanza a tutte le vittime di questo scempio ribadisce la necessità e l’urgenza di un’alternativa al sistema di potere Spacca/PD e si impegna a promuovere una grande vertenza regionale per l’istituzione di un “reddito minimo garantito” da finanziare con politiche fiscali di redistribuzione e con tagli agli sprechi di ogni genere; un intervento che restituisca dignità a chi la sta perdendo a causa dell’ingiustizia sociale dilagante e dell’assenza di un deciso intervento pubblico per un vero piano per il lavoro.