Marcolini: 'Il programma per avere Le Marche più forti riparte dal lavoro'

Marcolini: 'Il programma per avere Le Marche più forti riparte dal lavoro'

Attraverso le risorse comunitarie possiamo investire 250 milioni per l’occupazione giovanile e per accompagnare le imprese verso la riconversione a modelli di business

Pesaro - "Il nostro, in definitiva, è un programma ambizioso con un riformismo più netto e forte ma allo stesso tempo realista e che coinvolge entusiasmo e coraggio di chi vuole essere protagonista”. Concretezza, nuova economia, competenza e merito.
Sono le parole ribadite da Pietro Marcolini anche a Pesaro dove, dal Centro Arti Visive Pescheria, è stato illustrato il programma con il quale si presenta per le Primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione Marche.

Oltre 300 persone hanno preso parte all’incontro. Tra queste anche i parlamentari Piergiorgio Carrescia e Alessia Morani. Marcolini, che in settimana è stato affiancato da un pool di docenti universitari per integrare il programma ha puntato molto sulla conoscenza ricordando che “i nostri atenei sono fonti di sapere da interpellare sempre prima di mettere i campo politiche ben precise. Bisogna accentuare speranza di futuro altrimenti si rischia di confondersi nelle difficoltà attuali. Vedete, mi è stato riferito che Churchill ha vinto la Seconda Guerra Mondiale ma poi ha perso le elezioni perché non aveva un buon programma comunicativi. Io non voglio perdere ma non voglio nemmeno dire bugie ai cittadini”.

Dalla rivendicare gli sforzi vincenti effettuati per tenere i conti della Regione in ordine (“che altrimenti avrebbero significato alzare le tasse come irap, irpef, blocco del turnover, meno stanziamenti e meno servizi”) Marcolini ha detto che “il programma per avere Le Marche più forti riparte dal lavoro. Attraverso le risorse comunitarie possiamo investire 250 milioni per l’occupazione giovanile e per accompagnare le imprese verso la riconversione a modelli di business. La globalizzazione non porta solo le minacce dal mondo ma anche l’opportunità di vendere in un mercato mondiale”.

Per seguire questa politica dalla forte impronta riformatrice “occorre unire tutte le parti sociali e lavorare insieme sul documento. Inoltre va sciolto il nodo di infeudamento tra la parte politica e la dirigenza. Riemergano il merito e il raggiungimento del risultato nel loro rapporto. Al momento le Regioni vivono un momento di scollamento con un senso di credibilità molto basso. Dobbiamo rendicontare ciò che abbiamo fatto , solo poi il Governo potrà dire dove e cosa è necessario tagliare. Noi pensiamo che le regioni virtuose debbano intavolare un dialogo democratico e costruttivo con il Governo delle riforme. Una battaglia che porteremo alla Conferenza delle Regioni.
Un cenno all’ipotesi di accorpamento: continuo a sostenere che la Provincia di Pesaro sia il Nord delle Marche e non il Sud della Romagna”.

Cenno anche alla questione sicurezza, tenendo ben presente che le Marche “sono ancora nella fascia alta del benessere ma dobbiamo stare attenti a fenomeni illegali sapendo che, nel caso degli stranieri, siamo aperti al rispetto delle tradizioni ma pretendiamo il rispetto delle leggi che regolano la nostra comunità”.


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