Pietro Marcolini, un pesce 'vecchio' che sa spiegarvi l'acqua che tira'

Pietro Marcolini, un pesce 'vecchio' che sa spiegarvi l'acqua che tira'

Marcolini:'Un programma di sostegno per giovani e anziani, competenze ed esperienze necessarie ad essere unite; riqualificazione urbana; capannoni industriali, ora abbandonati, trasformati in base di appoggio per pnnelli fotovoltaici; tutela del patrimonio artistico e culturale'. Questi i punti per una politica che possa divenire spazio di una democrazia agibile.

Ascoli - ‘Un uomo di profonda cultura e competenza’: queste le qualità di Pietro Marcolini, candidato alle Primarie Pd per la presidenza della Regione Marche, che presso l’Auditorium Polo Sant’Agostino, ha presentato ufficialmente agli ascolani intervenuti il programma per ‘Le Marche più forti’, chiarendo dubbi e perplessità.

E l'intervento del prof. Tonino D'Isidoro ha rimarcato l'importanza della cultura come "esperanto" per tradurre i tempi che corrono. Per comprendere "come è l'acqua oggi ?", la domanda del pesce vecchio che incontra due pesci giovani che nuotavano inconsapevoli su cosa fosse addirittura ... l'acqua (dall'incipit di una lezione universitaria ai suoi studenti dello scrittire americano  David Foster Wallace).

Marcolini ha incontrato le associazioni culturali ascolane prima dell'incontro pubblico. Ha raccolto le loro istanze. Ha scoperto così che si vuol  fare del Coro del Teatro Ventidio Basso una start up, (lo ha detto il presidente Annalisa Gianfelice) visto che c'è un vuoto in Abruzzo nel settore. Una sinergia "corale" che diventa impresa. Un buon esempio di come si possa fare impresa in cultura.

Poi l'auditorium del Polo di Sant'Agostino gremito di persone ha risuonato di un'analisi puntuale con le rispettive soluzioni per i punti sottolineati: sanità, trasporti e istruzione; ambiti che ogni giorno dovrebbero migliorare la qualità di vita dei cittadini.

Risposte anche alle proposte della Rete degli studenti medi.

Bisogna riscoprire la maniera positiva di fare politica e di rapportarsi con essa – dice Pietro Marcolini. Quale sarebbe, in due parole, il senso della conciliazione della cittadinanza con la politica? Speranza e ottimismo tenace’.

C’è una differenza sostanziale tra chi esalta i problemi e chi cerca di risolverli: dopo 7 anni di crisi siamo in una situazione in cui alzare la voce per gridare la responsabilità in cui versiamo, non può portare frutti.
È come una grande Babele, ove non è possibile ritrovare il capo della matassa. Allora nonostante questa crisi, è necessario ancorarsi ad un quadro di valori ordinati da condividere; per tale motivo i partiti dovrebbero rappresentare uno spazio di democrazia agibile
’.

Tutto ciò vuole dimostrare come le Primarie possano mettere a disposizione l’opportunità di decidere chi governi. Una possibilità quindi alla portata di tutti, che possa risolvere il benessere economico e sociale della cittadinanza e non rappresentare uno sciatto regolamento di conti all’interno del Pd stesso, come ha sottolineato più volte il candidato.

Inoltre l’attuale situazione sociale ed economica – prosegue Marcolini – è stata maggiormente aggravata dalla crisi. Basti pensare alla grande attività produttiva che possedevamo e all’attività manifatturiera, vero tesoro d’Italia. Questo ci deve spronare a recuperare quei valori che hanno sostenuto la nostra comunità negli ultimi 40 anni. È necessario avere la forza di non abbandonare i settori tradizionali, perché tali comparti debbono essere più vivi che mai, a patto che qualità e innovazione produttiva vadano avanti’.

Le parole d’ordine? Ristrutturazione e riconversione. Un rinnovamento che può avviarsi solo grazie alla sinergia di due mondi oggi ancora troppo lontani, eppure in stretto contatto quotidiano: quello giovanile e quello anziano.

La valorizzazione del patrimonio artistico e culturale diverrebbe ancora più efficiente con l’unione di competenze più fresche, basti pensare alla Facoltà di Architettura di Ascoli, con l’esperienza passata, un esempio è l’Università della Terza Età. È evidente che dobbiamo recuperare una senilità attiva; le Marche sono proprio una delle regioni più longeve d’Europa e finché non concepiremo l’allungamento della vita come una benedizione, non potremo mettere a frutto questi talenti e risorse all’interno di biblioteche e musei’.

Solo dopo aver riflettuto su questi punti è possibile parlare di sanità, trasporti e istruzione.

La sanità: riuscire a fornire servizi più confortanti per l’utente, rispondendo alla crisi finanziaria e non certo lamentandosi dei ceti dirigenti. Si apre, di conseguenza, una battaglia al merito, per la sua migliore gestione. Dobbiamo allora chiederci se non sia il caso di ripartire da zero con un ospedale più moderno, ma se questo investimento viene visto solo come una spesa accessoria e non come un impiego a lungo profitto, allora è proprio da qui che bisogna ripartire’.

A questo va ad aggiungersi un’assistenza domiciliare che sia capace di intersecarsi con un efficiente sistema ospedaliero, come ripete più volte Marcolini. Occorre potenziare il livello regionale e la qualità complessiva, che siano ospedali o trasporti, basti pensare alla linea elettrica ferroviaria che serviva per alleggerire il trasporto gommato o che sia infine l’università, perché ciò che conta non è avere tanti servizi, ognuno a poca distanza dall’altro, ma centralizzare in determinate strutture queste attività, potenziarle, per poter offrire un servizio qualificato.

Insomma – conclude Marcolini – la Regione deve fornire una nuova prospettiva di sviluppo con parole di speranza: un programma insistito di sostegno ai giovani, intensificazione di contaminazioni culturali ed edilizie con un degno programma di riqualificazione urbana, riconversioni energetiche usufruendo di capannoni industriali come base di appoggio, cercando di mantenere il più possibile inalterato il paesaggio agrario marchigiano, perla del nostro Paese’.

Attività quindi che svolgano da traino culturale, in una maniera ottimistica, ma realistica, affinché le Istituzioni possano legare giovani e vecchie generazioni in uno sguardo coeso al futuro.

Per capire come è ... l'acqua che tira e che un pesce "vecchio" ve lo può spiegare senza fare il "sindaco delle Marche", ma avendo chiaro come governare una Regione che si appresta ad avere poche funzioni fondamentali rispetto ad un futuro di funzioni accentrate dello Stato, come previsto dalla riforma del Titolo V, e far tornare la serenità nelle famiglie dei dipendenti delle Province che si sono sentite proiettate in un futuro da disoccupati per una frettolosa legge su questi enti diventati di secondo grado.                   

"Le Marche più forti", quelle che hanno in mente Pietro Marcolini e i suoi sostenitori, ragioneranno con il governo per ottenere tagli secondo il merito di avere amministrato con lungimiranza, con efficienza economica e sociale, rispetto a quelle Regioni che hanno fatto vita da cicala.