Fermo - La
partecipazione si conferma ampia e affettuosa per Pietro Marcolini.
Anche ieri sera a Fermo, la splendida Sala dei Ritratti di Palazzo
dei Priori, non è stata sufficiente a contenere tutte le persone
intervenute ad ascoltare il candidato alle Primarie del
centrosinistra per la presidenza della Regione Marche.
Su
tutti, l’economia.
Un tema molto sentito qui, nel cuore del
distretto calzaturiero. Marcolini ha ribadito l’importanza della
specializzazione e delle produzioni di alta tecnologia. Proprio nel
pomeriggio il candidato, anche in vista del Micam 2015, ha tenuto una
serie di incontri privati con imprenditori del posto.
“Il settore
del cuoio, delle pelli e delle calzature del segmento medio alto è
di successo – ha detto - le semestrali dei nostri industriali
parlano di successo nonostante la crisi globale. Il mondo è
cambiato, noi dobbiamo fare altrettanto. Esempi virtuosi non mancano.
Oggi ho conosciuto un’azienda multilingue con 20 persone alla regia
e 700 dipendenti per la contrattualistica e la commercializzazione
all’estero dei nostri prodotti, Dobbiamo aprirci ai nuovi mercati.
Come si può tutelare il Made in Marche? Per il commercio
internazionale ci sono delle rotte internazionali favorevoli.
La
Russia ha rappresentato per noi una prima boccata di ossigeno ma la
crisi internazionale ha ridotto le prospettive di vendita. Penso che
le relazioni internazionali debbano tenere conto anche di questi
aspetti. Oggi che il mercato russo si sta restringendo, occorre
capacità di risposta e il deprezzamento dell’euro può
rappresentare un vantaggio per l’export in area sterlina e dollaro.
Dobbiamo aiutare le Marche attraverso il riorientamento delle nostre
produzioni sui mercati esteri”.
Ma quali altri settori possono rappresentare nuovi segmenti di mercato? Marcolini, più volte interrotto dagli applausi, ha in mente per il futuro delle Marche “un programma a forte contenuto di sostenibilità ambientale. Penso alla riforestazione delle aree interne, a interventi per scongiurare il dissesto idrogeologico e l’erosione della costa. Rappresenteranno nuovi sentieri di sviluppo e nuovi posti di lavoro”.
Nel
prosieguo dell’appuntamento Marcolini è tornato a parlare di
sanità. Dai conti in ordine della Regione, frutto del lavoro portato
avanti negli ultimi anni, alle impostazioni per il futuro.
“La meta
è quella di 5 ospedali provinciali e uno regionale - ha spiegato –
e a Fermo ci sono tutte le condizioni per realizzarlo. C’è il
finanziamento nazionale e quello regionale. Va applicato un piano di
valorizzazione degli immobili che si lasciano, ma questo spetta al
Comune.
Fermo è una priorità come il Salesi, l’Inrca, Marche Sud,
Marche Centro e Marche Nord. Questi piani devono poter prevedere una
triangolazione con i sindaci per non lasciare voragini di degrado o
edifici abbandonati al centro delle città.
Con le poche risorse che
abbiamo a disposizione sono impensabili i modelli del passato dove
ogni Comune rivendica un ospedale. I malati cronici e i non
autosufficienti non vanno ospedalizzati, ma accolti in strutture
adeguate, incentivando l’assistenza domiciliare. Pensate che un
malato cronico in ospedale incide quasi sei volte in più sulla spesa
sanitaria rispetto a uno accolto in Rsa. Il conto si abbassa
ulteriormente con l’assistenza domiciliare”.
Dalle
Marche si guarda anche all’Europa e non mancano i richiami, da
parte delle imprese, a bandi di concorso più accessibili e meno
imbrigliati dalla burocrazia. “A Bruxelles - spiega Marcolini - gli
italiani sono poco presenti nei gruppi che redigono i bandi e questi
per lo più si rivolgono a grandi aziende franco tedesche.
Dovremo
finanziare, nel prossimo futuro, programmi di formazione per giovani
progettisti europei. Figure professionali che possono operare a
livello intercomunale e frutto di collaborazione tra pubblico,
privato, formati dalle nostre 4 università”.
Programmare il futuro, dunque. “Perché - conclude Marcolini - le Regioni nei prossimi 5 anni non saranno quelle che conosciamo. Non Comuni allargati o piccoli stati sovrani che si occupano di tutto, ma enti che dovranno concentrarsi su legislazione e programmazione in quattro settori fondamentali: sanità, sociale, trasporti e sviluppo locale. La concretezza degli amministratori comunali è un fondamento del nostro Stato, ma quello del presidente di regione è un altro lavoro”.
Infine,
un richiamo al popolo delle Primarie. “Partecipiamo in questo
momento e il primo marzo andiamo a votare. Vedo questi momenti come
ricchi di proposte, di critiche, di entusiasmo. Ecco allora che le
Primarie diventano un viatico per la successiva campagna elettorale,
quella più importante, per l’elezione del presidente e del
consiglio regionale.
Si parla molto di continuità e discontinuità
in questi giorni. Il Pd è un partito riformista e di governo.
Non
siamo stati all’opposizione e il segno di discontinuità sarà la
maggiore attenzione sulle cose da fare e sugli adeguamenti necessari,
anche organizzativi, per far fronte ad un mondo che è profondamente
cambiato; compito difficile per il quale non basta un nuovismo
nominale e privo di contenuti”.
Il tour di Marcolini prosegue nei prossimi giorni a Jesi (mercoledì 4), Ascoli (giovedì 5) e Fano (venerdì 6).