De Angelis: 'In 100 giorni non c'è stata trasparenza e partecipazione'

De Angelis: 'In 100 giorni non c'è stata trasparenza e partecipazione'

Rossi: 'Questo modo di gestire la situazione denuncia probabilmente, da parte del Presidente e dei suoi, l'esigenza di occupare piccole postazioni di potere per un eventuale posizionamento nell'ambito del ceto politico'

Ascoli - "Dopo oltre 100 giorni dalla proclamazione degli eletti nei vari organi della simil-provincia di Ascoli Piceno - dice Roberto De Angelis, consigliere provinciale - è bene focalizzare alcuni aspetti critici dell’attività amministrativa. Indubbiamente il contesto in cui si agisce è molto difficile.
Il Governo pare che abbia perso la bussola quando dispone sugli enti locali. Eloquente è il caos istituzionale che ha generato la legge 56/2014, nota come legge Delrio, salutata come “la grande riforma di sistema”, così come altrettanto sintomatici sono i tagli o i prelievi forzosi del Governo a danno delle casse delle autonomie locali e che costringono i loro rappresentanti a rastrellare i denari per puntellare il bilancio dello Stato.
La situazione di caos determinata dalla schizofrenia normativa è sotto gli occhi di tutti e genera gravi ripercussioni sulle funzioni e sul personale oltre che sui servizi che tali enti locali sono preposti ad erogare. Non è certo soddisfacente, né tanto meno consolante, concludere con il consueto ed inutile “lo avevamo detto”.
Quel che più ci preme oggi, mentre c'è una Provincia in pre dissesto, è la mancanza di coerenza con quanto dichiarato dal presidente Paolo D'Erasmo nel suo discorso d'insediamento: trasparenza e partecipazione.

Invece accade che dal 13 ottobre scorso si sono svolti solo 5 consigli provinciali (31 ott, 21 nov, 29 nov, 23 dic, 10 gen).
Molto poco per un organo di indirizzo e controllo, con specifiche attribuzioni di carattere propositivo e deliberativo. Le prerogative dei consiglieri provinciali, tra l’altro, non sempre sono state adeguatamente garantite.
Si pensi ai tempi di produzione di alcuni specifici documenti necessari per delle adeguate disamine prima di esprimere la manifestazione di voto (cfr. pareri del collegio dei revisori sempre qualche secondo prima dell’inizio della discussione dell’ordine del giorno). Purtroppo a tutt’oggi mancano fondamentali informazioni per poter tentare di consigliare, di indirizzare, di dare alcune soluzioni a criticità manifeste o elaborare delle concrete strategie, magari in condivisione.

Ad oggi manca un quadro veritiero del contesto economico/finanziario in cui versa questo Ente. L’approvazione dell’assestamento del bilancio è avvenuta con un parere non favorevole da parte del Collegio dei Revisori; la Corte dei Conti, rispetto al piano di riequilibrio finanziario pluriennale, accerta il mancato conseguimento degli obiettivi intermedi fissati con precipuo riguardo al previsto ripiano del disavanzo di amministrazione ed al cronoprogramma delle alienazioni immobiliari; pare che la verifica amministrativa contabile alla quale è stata sottoposta la nostra Provincia da parte del MEF e la formulazione delle controdeduzioni effettuate da esperti dell’Amministrazione non sono state totalmente accolte.

Si apprende attraverso la stampa che abbiamo una nuova macrostruttura dell’ente.
Nessun indirizzo ci è stato chiesto sul piano delle politiche del personale, così come nessun piano e di qualsiasi genere è stato condiviso con i consiglieri provinciali. Si ha l’impressione di trovarci davanti ad una gestione commissariale e il tema più gettonato che si continua a proporre ai media è quello degli autovelox.

Nelle more dell’adozione del nuovo Statuto e relativi regolamenti attuativi, non si è trovato del tempo utile per concordare un modus operandi del nostro agire, del nostro procedere al fine di garantire la partecipazione più ampia e la più ampia responsabilizzazione di tutte le parti in causa.
Qualcuno probabilmente a ritenuto opportuno per tutti di non costituire conferenze dei capigruppo o commissioni tematiche di approfondimento, con la scusa dell’approvazione di un nuovo Statuto che tarda ad arrivare.

Il consiglio provinciale avrebbe dovuto svolgere entro il 31 dicembre 2014 le funzioni relative alla predisposizione di atti preparatori e alle modifiche statutarie conseguenti alla legge Delrio. Ebbene, al momento nulla di tutto ciò.
C’è stato un incontro di presentazione di una bozza (scritta pure male) il 7 gennaio scorso per poi andare in consiglio provinciale il 10 successivo per rinviare il tutto per maggiori approfondimenti. Nell’arco di 24/48 ore ho rappresentato qualche emendamento (più di 100 per la verità) ma ha tutt’oggi nessuna risposta.
Con lo spirito di leale collaborazione che spero possa contraddistinguermi come pubblico amministratore manifesto sin da ora e pubblicamente al Presidente Paolo D’Erasmo la mia piena disponibilità a collaborare e presiedere i specifici incontri al fine di elaborare celermente la proposta di Statuto.

Segnalo infine che, a tutt’oggi, non si è sentita l’esigenza di convocare l’Assemblea dei Sindaci, organo rappresentativo con poteri propositivi e consultivi. Eppure sino ad oggi siamo stati rassicurati che i sindaci avrebbero vissuto una stagione di protagonismo.

Senza mettere in discussione l’impegno quotidiano sinora profuso dal Presidente, dopo 100 giorni di attività, chiediamo a D’Erasmo di serrare le fila, di garantire maggiore partecipazione e trasparenza anche attraverso il sito istituzionale, di “promuovere una gestione collettiva e collegiale della macchina amministrativa ed istituzionale provinciale, coinvolgendo nelle questioni specifiche i consiglieri per quanto possibile e consentito dalla normativa e mettendo a frutto al meglio i talenti, le attitudini e le professionalità di ciascuno nella gestione dei vari settori di competenza”.
Chiediamo di garantire “la piena volontà di un confronto aperto ed un dialogo continuo sulle tante problematiche del Piceno”.

E’ evidente che al presidente D’Erasmo non possiamo rimproverare il caos dell’attuale contesto normativo e finanziario in cui versa questa Provincia ma è anche altrettanto chiaro, nell’interesse primario di questa Provincia, che è ora di aprire una chiara vertenza politica nei confronti di coloro che ci hanno messo in queste condizioni, a partire dal suo partito che ha una grande responsabilità su tutto ciò che sta accadendo.

Dunque, dopo 100 giorni, ci aspettiamo un cambio di passo. Domani è già tardi, ma è meglio tardi che mai…".

Dice la sua anche Massimo Rossi. " C'è una situazione disastrosa dal punto di vista generale. Coalizione di forze, il Pd, hanno fatto grandi annunci e suggestioni di risanamento improbabile. D'Erasmo ha dichiarato testualmente alla stampa: “Come prima cosa andremo a verificare i conti nelle prime due settimane avvalendoci di esperti esterni di livello regionale e nazionale e della Corte dei Conti. La verifica non durerà più di due settimane poi saranno prese le decisioni, anche dolorose, per salvare la Provincia”. Questi erano il tono e gli annunci del presidente.

Dopo 100 giorni non ci sono azioni di risanamento, ma non c'è un quadro della situazione.

O quelli che sono stati eletti non sono riusciti ad avere il polso della situazione e quindi non ci hanno capito ancora niente, oppure vogliono gestire in maniera discutibile e irregolare questa situazione finanziaria, e per questo non la rappresentano, o, terza questione, vogliono coprire delle responsabilità pesantissime della loro parte politica che è artefice di questo disastro per ragioni di carattere demagogico.

Lungi da noi utilizzare i toni e la strumentalità che il Pd utilizzava come opposizione ad ogni parere contrario dei revisori dei conti. La politica per noi è affrontare i problemi.
Questo modo di gestire la situazione denuncia probabilmente, da parte del Presidente e dei suoi, l'esigenza di occupare piccole postazioni di potere per un eventuale posizionamento nell'ambito del ceto politico".