Ottimismo, realismo e innovazione nel programma di Pietro Marcolini

Ottimismo, realismo e innovazione nel programma di Pietro Marcolini

Una candidatura non divisiva, ma di accoglienza e ascolto, non ipotecata da conflitti interni al Pd e storie ventennali. Lo strappo con Spacca nelle elezioni politiche del 2013

Ancona – Sold out per Pietro Marcolini al ridotto delle “Muse” nell'avvio delle Primarie regionali del Pd. Pubblico in piedi, molti gli applausi che hanno segnato passi incisivi di un Marcolini che mostra una personalità politica forgiata da competenza e realismo.
Il candidato alla presidenza della Regione Marche non teme gli slogan. Frantuma il puzzle della rottamazione.
Discontinuità e rinnovamento – dice Marcolini - non sono valori ideologici. Una battuta sull'anagrafe che pure ha un peso e suggerisce un ricambio. Non penso che nei confronti Fassino o Chiamparino, si possano elevare problemi anagrafici o di innovazione eppure hanno 4-5 anni più di me, così come il presidente della Calabria o della Toscana: c'è un problema di sostanza, di merito e di metodo.
Meglio un rinnovamento di accompagnamento, che faccia da traino a un rinnovamento più largo - ha detto fra gli applausi - che un rinnovamento nominale circondato da vecchi conservatori.
Le primarie non possono essere un regolamento di conti del congresso del Pd, ma un'occasione per parlare alla comunità di progetti, idee”.
“La mia è una candidatura non divisiva, - aggiunge Marcolini - ma di accoglienza e ascolto, non ipotecata da conflitti interni al Pd e storie ventennali. La vera novità sono io. E la società civile può essere tentata di “compromettersi” in una piattaforma politico-programmatica realista e ottimista”.
Ottimismo e realismo che necessariamente però non si astengono dalla critica del modello marchigiano passato al setaccio da una crisi che non perdona.
Le Marche, secondo uno slogan di Symbola, devono tornare a fare le Marche. - dice l'assessore regionale a Bilancio e Cultura -  Occorre guardare la realtà in faccia: è cambiato un mondo, quello che è rimasto in piedi è lo straordinario dinamismo e vitalità della nostra comunità imprenditoriale: 170 mila imprenditori che possono, sanno approntare uomini, mezzi e capitali per affrontare sfide e opportunità diverse.
La situazione è molto pesante e ha intaccato profondamente la natura, la struttura dell'apparato produttivo. “Merlonia” sta scomparendo, ma noi non siamo catastrofisti, ci sono tutte le condizioni per rispondere alla durezza della crisi imboccando percorsi nuovi sul versante della ristrutturazione e della riconversione dell'apparato produttivo tradizionale che non è stato liquidato”.

Poi Marcolini ci tiene a dare a Cesare quel che è di Cesare sulla sanità marchigiana, premiata per quattro anni consecutivi, secondo giudizi della Corte dei Conti sul piano nazionale, quindi terzi, per la sua efficienza.
Al candidato presidente non piace neppure l'icona del “sindaco delle Marche”. “Non possiamo pensare alle Regioni come 20 staterelli. - continua Marcolini – In parlamento c'è un approccio di revisione e di reset del programma dell'istituto regionale che non è un grande comune, un'idea che appartiene al passato, all'inizio delle Regioni”.

Occorre «un federalismo responsabile» e un accorpamento delle Regioni. “Io vedo un'alleanza con Umbria, Toscana e Emilia , - dice Pietro Marcolini - ma non un rapporto di subordinazione all'Emilia Romagna, di smembramento della nostra regione, senza civettare posizione subordinate con l'Emilia Romagna, ma affermando un'unità orgogliosa».

Sul piano delle alleanze per Marcolini “nessuna pregiudiziale: insieme al Pd ragioneremo di contenuti e programma”.
Non manca la toccata a Gian Mario Spacca, il presidente uscente che ha fondato Marche 2020. Marcolini ribadisce che il vincolo del tetto dei dieci anni di mandato è nello statuto del Pd. Ma c'è una considerazione politica. “ Abbiamo condizionamenti soltanto di carattere politico e programmatico, abbiamo la necessità  di avere  un programma serio - dichiara Marcolini - che ci eviti convulsioni oppure manovre inspiegabili come quelle che si sono avvicendate nell'ultima tornata: rimpasti che hanno riguardato accordi misteriosi di governo che sono emerse alla luce con improbabili rappresentanze. E anche la nettezza di un ragionamento politico che riguarda la correttezza e la lealtà fra le forze politiche che lo costituiscono . C'è stato un punto di svolta con un'analisi politica diversa dove c'è stata una discontinuità con il Presidente: sono le elezioni politiche del 2013 quando Spacca si è spostato a sostegno di un partito che non lo aveva eletto (Scelta Civica ndr). Lì si è celebrato uno strappo che ha generato difficoltà di governo”.

«Diverso – dice Marcolini - è il rapporto con una forza politica, evitando però giochi tattici, logiche infettate da personalismi, trappole e imboscate». 

In prima fila i supporter del candidato Pietro Marcolini: da Alessia Morani a Piergiorgio Carrescia, dagli assessori Antonio Canzian, Marco Luchetti, Almerino Mezzolani al consigliere regionale Gianluca Busilacchi.


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