Ascoli - L'assestamento di bilancio per 4 milioni e 900 mila euro approvato dal Consiglio provinciale di Ascoli Piceno (maggioranza a favore con voto contrario della minoranza) fa dire al presidente Paolo D'Erasmo che “la Provincia è attualmente in sala di rianimazione ma con prospettive di riabilitazione per il 2016”.
Un tour de force di 45 giorni
dall'insediamento della nuova amministrazione ha visto dirigenti
dipendenti e politici, Presidente in testa, a raschiare un fondo del
barile non semplice. Con tutta probabilità una vittoria pura è
quella del recupero di 2 milioni e 840 mila euro che il direttore
generale Domenico Vagnoni è riuscito a sbloccare davanti al giudice
Raffaele Agostini, alla presenza del presidente D'Erasmo e del
curatore di Asteria Massimiliano Castagna. Atti puntuali che hanno
consentito ad un magistrato, sensibile allo stato d'emergenza
finanziaria della Provincia picena, di decidere sul tema con tempi
cronometrici. Questi circa tre milioni di euro a disposizione presso
il Ministero per i Patti Territoriali ora andranno a finanziare opere
di manutenzione infrastrutturale.
Una goccia nel mare?
“Di
fatto lo è – dice Paolo D'Erasmo – Perché per la complessiva
esigenza infrastrutturale di competenza provinciale occorrerebbero 20
milioni di euro. Intanto queste risorse verranno gestite secondo la
regola del “codice rosso”. Saranno fatte manutenzioni a quelle
strade con pericoli veri per la comunità. Scordatevi la solita
logica d'intervento fatta su suggerimenti di amici degli amici”.
Circa altri tre milioni di euro vengono recuperati dai Comuni debitori della Provincia di Ascoli. I revisori dei conti non hanno espresso un parere favorevole sull'assestamento. Di fatto non c'è scritto un parere sfavorevole nella loro relazione in particolare perché le somme dovute dai Comuni non sarebbero certificate.
Non convincerebbe i revisori che i Comuni pagheranno quelle somme in modo scontato. Comportamento che fa storcere un po' il naso ai dirigenti provinciali che la volontà di ottemperare e il riconoscimento di quei debiti l'hanno avuto dagli enti via email dai dirigenti di quegli stessi Comuni.
Qualcuno smoccola: “I revisori a volte esigono la firma nei provvedimenti dei dirigenti pena la non regolarità, poi quando i dirigenti riconoscono il proprio ente debitore della Provincia, questo non avrebbe valore ...”.
Il presidente D'Erasmo annuncia da ora
in poi una riorganizzazione totale della macchina amministrativa nel
senso che dovranno tutti fare il proprio compito nella ricerca finale
di recuperare fondi che possano consolidare il Piano di riequilibrio
della Provincia e farla andare avanti, al di là di quello che a
livello nazionale si decida sulle competenze e funzioni di questi
enti ormai di secondo grado, anche per fare qualche investimento.
Ora si resta in attesa delle decisioni parlamentari sulle
sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità. Voce
importante per la Provincia di Ascoli che in questo momento non
riesce a rispettarlo. La sanzione potrebbe essere di qualche milione
di euro, ma proprio l'attuale discussione in parlamento (senato)
farebbe pensare che ci sarà uno “sconto” del 70 per cento della
sanzione. Sarebbe una boccata d'ossigeno per la provincia di Ascoli
Piceno.
“Provincia – dicono i consiglieri Sergio Corradetti e Alberto Antognozzi – che sta puntando sulla progettazione europea in relazione ad agroalimentare per Expo 2015, infrastrutturale, recuperando il Corridoio adriatico nel più complesso tema della Macroregione adriatico-ionica, e ambientale.
Ha votato contro l'assestamento Aleandro Petrucci che ha sottolineato il giudizio sfavorevole dei revisori contabili e lo stato di sofferenza nel quale il centrodestra, con l'amministrazione Celani, ha ereditato la Provincia di Ascoli Piceno riuscendo ad evitare il dissesto con il Piano di riequilibrio. Petrucci ha sottolineato tanti tentativi fatti dalla passata amministrazione per recuperare somme che l'ente doveva incamerare da anni, dopo essere riusciti a sanare situazioni come il contenzioso Ascoli-mare.