Ascoli - Iniziata nel segno della collaborazione, ieri l'assemblea dei sindaci dell'Ata dei rifiuti per la provincia di Ascoli Piceno è finita nello scontro. Da una parte il sindaco Giovanni Gaspari in rappresentanza dei 23 sindaci che avevano elaborato un “documento programmatico” per il regolamento dell'Ata che si voleva far mettere ai voti, dall'altra l'opposizione del sindaco di Ascoli Guido Castelli che si è opposto a quel gioco di forza che ha definito “centralismo democratico” che non teneva conto dell'unanimità che deve contraddistinguere gli atti dell'Ata secondo una pronuncia del Tar Marche.
[video castelli_ata.mp4]
Uno degli elementi di dibattito
l'identificazione della sede dell'Ente a San Benedetto del Tronto con
utilizzo del personale del Comune in convenzione descritto nel
documento programmatico. Contraddittorio al calor bianco tra il
sindaco di San Benedetto Giovanni Gaspari e il presidente della
Provincia Piero Celani.
Il primo cittadino rivierasco sosteneva che
si dovesse votare e il presidente Celani doveva essere solo “notaio”,
di rimando Celani che nelle funzioni di “presidente del Consiglio”
dell'assemblea, secondo i suoi diritti a garanzia di tutti i sindaci
partecipanti non metteva ai voti quel documento.
Il presidente della
Provincia ha ritenuto che quel “documento programmatico” dovesse
essere trasmesso a tutti i sindaci per farlo conoscere e permettere
una riflessione sullo stesso, dopodiché, tra una decina di giorni,
si poteva portarlo al voto dell'assemblea.
Un'assemblea iniziata in punto di
diritto per la modifica della convenzione richiesta dalla Regione
Marche dopo il pronunciamento del Tar che ha dato ragione ai Comuni
di Fermo e Monte Urano sulla competenza e titolarità nella
riscossione dei tributi e nelle decisioni sulla gestione dei rifiuti
stessi. Un'assemblea che doveva discutere dell'emergenza di
abbancamento dei rifiuti visto l'esaurimento della quinta vasca della
discarica di Relluce e l'iter di circa 1 anno per avere disponibile
la sesta vasca.
L'esaurimento di Relluce, ha spiegato Celani era
dovuto anche al fatto che c'era stata una richiesta della Regione per
rispondere a problemi occorsi a Macerata per lo smaltimento dei
rifiuti che erano stati “accolti” da Ascoli a Relluce. Ora la
Provincia ha verificato costi e possibilità di trasferire da ottobre
i rifiuti del territorio presso la discarica di Fermo.
“A meno che
- ha detto il presidente Celani – non vi siano altre alternative
che rispondano a requisiti di legge . Quindi sarà possibile
verificare anche l'ipotesi prospettata dal sindaco Gaspari di una
“riprofilatura” della discarica di San Benedetto del Tronto o di
altre ipotesi”.
La chiave di lettura di questo “tiro alla fune” sta come sempre nel dualismo tra Picenambiente, che gestisce e raccoglie i rifiuti di molti Comuni della provincia, e Ascoli Servizi Comunali, partecipata del comune di Ascoli Piceno, che gestisce la discarica di Relluce.