Ancona - La vicenda
Coalac con le recenti prese
di posizione diffuse sulla stampa, merita alcune precisazioni e
soprattutto necessita di corretta informazione per rispetto dei
lavoratori e del loro futuro.Allora sembra utile , per sgombrare il
campo da equivoci, ripercorrere anche le tappe che hanno portato
all’attuale situazione.
L’azienda Cooperlat che , va
ricordato, è Azienda privata e non di proprietà della Regione ,
nell’aprile scorso dava attuazione ad un piano industriale che
prevede la cessazione della produzione di latte fresco nello
stabilimento di Ascoli Piceno e la ricollocazione dei lavoratori
negli altri siti produttivi ( Amandola e Jesi) .
Venuta a conoscenza
di questa volontà, la Regione Marche ha chiesto immediatamente
all’azienda la sospensione di ogni decisione e come è stato
comunicato più volte “
di avviare un confronto per verificare se ,
attraverso le misure del P.S.R. , sia possibile mantenere una stabile
continuità produttiva nello stabilimento di Ascoli Piceno o, in
subordine , la disponibilità a valutare eventuali manifestazioni di
interesse a rilevare lo stabilimento.”
Appare chiaro che la finalità della
Regione non è altra che quella di mantenere la produzione nel sito ascolano con gli attuali livelli occupazionali.
Dopo numerosi e
serrati confronti con il vicepresidente Antonio Canzian e gli
assessori al Lavoro e all’Agricoltura, Marco Luchetti e Maura
Malaspina e il coinvolgimento dei servizi Agricoltura e Attività
produttive della Regione, l’azienda, dopo un’animata riunione del
proprio Consiglio d'amministrazione, pur rimanendo ferma sulla necessità di
interrompere la produzione di latte fresco, si rendeva disponibile a
presentare entro il 15 settembre prossimo un piano di riconversione
dello stabilimento di Ascoli Piceno con produzioni alternative ed
innovative, come strumento destinato a salvaguardare i livelli
occupazionali (23 + 7 lavoratori) .
La Regione da parte sua, si è
impegnata a mettere a disposizione, secondo la normativa prevista,
il sostegno per supportare la realizzazione di tale Piano di
ristrutturazione. In ogni caso la produzione di latte fresco sarebbe
proseguita fino al 31 ottobre prossimo.
“ A questo punto - affermano
congiuntamente il vicepresidente
Antonio Canzian e gli assessori
Marco Luchetti e Maura Malaspina - è ora di fare chiarezza. Le
critiche espresse recentemente da alcuni esponenti politici locali
(on.
Luciano Agostini (Pd), ndr) non sembrano mosse dallo stesso spirito costruttivo di salvaguardare
i posti di lavoro ma, più che altro, da una malcelata esigenza di
visibilità personale. Per la Regione Marche invece, gli obiettivi
che restano fondamentali sono due: che il sito di Ascoli Piceno
rimanga produttivo e la salvaguardia di tutti i posti di lavoro. E il
raggiungimento di tali obiettivi nel Piceno sarebbe già di per sé
un’inversione di tendenza da appoggiare incondizionatamente.”