Ancona - Al
via il Progetto Appennino. La Giunta regionale ha assegnato i primi
fondi disponibili per finanziare le attività previste nell’ambito del
progetto di riqualificazione del territorio
dell’entroterra. Per questo primo progetto, le iniziative vengono
sostenute con 250 mila euro del bilancio regionale, a fronte di 700 mila
euro stanziati dalla Provincia di Ancona. Quello dell’entità del
cofinanziamento è il criterio che ha consentito di approvare
questo primo programma.
L’impegno della Regione è quello di
incrementare le proprie disponibilità nei limiti che verranno consentiti
dal Fondo di sviluppo e coesione (ex Fas).
“Il
Progetto Appennino – ricorda il presidente Gian Mario Spacca –
rappresenta un ulteriore passo avanti nell’attuazione degli impegni
assunti dalla Regione Marche con la firma
della Carta di Fonte Avellana. Si sviluppa attraverso un programma di
interventi nell’Appennino marchigiano, con il coinvolgimento della
Regione, delle Province, delle Comunità montane, dei Comuni, dei Centri
per l’impiego e delle Cooperative forestali.
Ora
entriamo nella fase operativa per investire le risorse che aiuteranno a
valorizzare le aree interne e contrastare l’abbandono di un’ampia
porzione del territorio regionale.
Le iniziative avranno un carattere di
continuità, allo scopo di favorire la
messa in sicurezza del patrimonio forestale e
naturale attraverso un’occupazione stabile delle maestranze che già
lavorano nel settore, così da garantire anche un presidio del territorio
e la residenza nelle aree rurali e montane,
prevenendo quei dissesti idrogeologici che poi manifestano i propri
effetti devastanti anche lungo la fascia costiera”.
Gli
interventi previsti da questo progetto disporranno di una dotazione
finanziaria di circa un milione di euro (tra risorse provinciali e
regionali). Spazieranno dai lavori selvicolturali
di miglioramento boschivo e di prevenzione degli incendi, al
contenimento dell’erosione e del dissesto idrogeologico tramite le
tecniche dell’ingegneria naturalistica.
Verrà salvaguardata anche la
capacità idraulica del reticolo idrografico minore, la salvaguardia
(turistica e didattica) della viabilità forestale, la riqualificazione
del sentiero dell’Aula Verde dell’Eremo Val di Sasso – Valleremita, la
ricostruzione delle aree di sosta e dei punti panoramici, la tutela
della fauna acquatica, la ricostruzione dei corridoi
ecologici.