Porto Sant'Elpidio - Come al solito la questione FIM mette
in evidenza tutti coloro che, in maniera del tutto impreparata e
senza alcuna cognizione di causa, vogliono solo tentare di ostacolare
in maniera incredibilmente demagogica la riqualificazione di una
area fondamentale della nostra città che, da sempre, ci ha impedito
di vedere completata la sistemazione definitiva del nostro lungomare
cittadino, oltre che, mi meraviglio di chi mai dice questo, a
bonificare una delle aree più inquinate d’Italia.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di
dare risposte ai benpensanti che, oltre ad avere sempre detto di no
ed avere vagamente accennato a proposte surreali ed assolutamente
irrealizzabili (sia in fatto che in diritto!!!!), non hanno avuto
nemmeno il buon gusto di informarsi.
E pensare che, questa volta,
l’informazione (o la chiarezza) tanto richiesta non è mancata!
Penso ad una assemblea pubblica di Luglio 2013 dove, oltre a
dare dettagliatamente le cifre ed i numeri dell’intervento, ogni
libero cittadino poteva fare domande ed avere (come puntualmente
avvenuto) le sue risposte.
E cosa dire di tutti i consiglieri
comunali di opposizione che, seguiti dai dirigenti Stefoni e Catani,
hanno avuto quintali di carta per poter studiare e comprendere che
(lo riassumo per i più pigri):
Rispetto alla volumetrie della FIM (300.000 metri cubi), che i più giovani forse non ricorderanno perché demolite nel 2008, la nuova previsione urbanistica prevede volumetrie infinitamente inferiori alle precedenti;
Che per ristrutturare la cattedrale (come imposto dalla Soprintendenza) non servono le chiacchiere ma i soldi, e di certo l’Amministrazione Comunale mai e poi mai potremmo realizzare questa opera colossale;
Che c’è chi pagherebbe a peso d’oro di poter vivere una città dove, prima fila mare, trova un parco urbano di più di 18.000 mq (+ grande dell'attuale pineta nord), aree verdi attrezzate, piste ciclabili, una viabilità alternativa al lungomare, uno sottopasso pedonale verso il centro cittadino ed una grande nuova “Piazza a Mare”;
Che tutte le operazioni “alternative” che qualcuno dei benpensanti propone, oggi non sono ne percorribili da un punto di vista legale ne, soprattutto, da un punto di vista economico;
Che, se la bonifica è ferma, non è perché i privati hanno problemi economici o perchè stanno contrattando con l’amministrazione aumenti di volumetria, ma soltanto perché è in piedi (e quasi terminata) una conferenza dei servizi per modificare il piano di bonifica. Burocrazia che, una volta terminata, darà la possibilità alla ditta incaricata di riprendere i lavori.
Che, se i privati fossero stati inaffidabili, era un pezzo che se ne erano andati a gamebe levate, lasciando a noi i soldi della fideiussione ed il nulla per sempre in quell'area!
Detto questo, ed augurandomi che tutti abbiamo potuto comprendere (ma ne dubito, dato che qui c’è qualcuno che strumentalmente non vuole capire), mi sento di ringraziare di cuore una persona, anzi una istituzione: il presidente Fabrizio Cesetti.
Grazie a lui, ed al fatto di avere ravvisato giustamente un fortissimo interesse pubblico sulla riqualificazione di questo sito inquinato, la Provincia avrà la possibilità (qualora il Consiglio Provinciale si pronunci in maniera favorevole) di avviare il primo Accordo di Programma dopo l’approvazione del PTC, discutendo ed analizzando sui successivi tavoli tecnici anche quelle questioni che, i benpensanti, non hanno ancora ben chiare.