Coalac, ci sono speranze di riapertura del sito ascolano

Coalac, ci sono speranze di riapertura del sito ascolano

I soci di Cooperlat giudicano positivamente i percorsi prospettati dalla Regione Marche. Ci sarà un nuovo incontro, stavolta senza la presenza dell'Ad Baietta

Ancona - Dopo la riunione del Cda di Cooperlat tornano in discussione le decisioni dell'Ad Antonio Baietta che prima dell'incontro dei soci della Cooperlat con la Regione Marche aveva deciso la chiusura dello stabilimento Coalac di Ascoli Piceno.
Ci sarà un nuovo incontro tra i vertici della Regione Marche e i soci di Cooperlat per affrontare i termini, giudicati favorevolmente, che sono descritti nel verbale sottoscritto dal vice presidente della Regione Marche Antonio Canzian e dagli assessori regionali Maura Malaspina (Agricoltura) e Marco Luchetti (Politiche del Lavoro).
Una situazione quindi che può mettere in discussione le decisioni prese da Baietta. Tanto che nel prossimo incontro con la Regione non sarà presente.
Quindi al di là di comportamenti populisti di alcuni esponenti politici di ieri e di oggi, alla ricerca esclusiva di un po' di visibilità, c'è chi sta lavorando in Regione (Canzian, Malaspina e Luchetti) con discrezione e concretezza per raggiungere obiettivi precisi: il mantenimento del sito produttivo Coalac, quindi dei posti di lavoro degli addetti allo stabilimento ascolano, e degli allevatori, all'insegna della protezione di una eccellenza agroalimentare del territorio piceno e marchigiano.

Questo è il testo del verbale sottoscritto dagli assessori regionali e inviato al Cda della Cooperlat.

"Il settore agroalimentare, ed in particolare il settore della zootecnia da latte, rappresenta un settore strategico per le Marche per il valore economico e sociale che sviluppa. Cooperlat è una realtà marchigiana di rilievo nazionale che si è potuta sviluppare, data la scarsa produzione di latte anche per i vincoli normativi presenti, con una presenza diffusa di tutte le cooperative di raccolta della regione ma anche con i conferimenti da parte di cooperative lombarde e piemontesi; una realtà che nel tempo ha permesso di creare e mantenere moltissimi posti di lavoro negli stabilimenti di Amandola, Ascoli, Jesi e Montemaggiore al Metauro. Considerato anche l'indotto, costituito da numerosi attori, il gruppo rappresenta una parte significativa dell'economia regionale.

La Regione, con le nuove misure di programmazione 2010- 2020, intende mettere in campo politiche adatte a consolidare e sviluppare il settore del latte bovino e ovi-caprino in un'ottica di filiera e di sistema territoriale integrato, verso quindi realtà zootecniche fortemente radicate, puntando alle produzioni di qualità che fanno leva sui valori di genuinità e tradizione. Si tratta di un modello del settore maggiormente "tagliato" sui caratteri originali del territorio regionale, attento alle condizioni di sostenibilità economica, sociale e ambientale degli allevamenti, che consideri in modo integrato l'intero ciclo di produzione, triangolando tra Cooperazione/Aziende/Territorio. La chiusura dello stabilimento produttivo di Ascoli costituisce un ostacolo nella costruzione di un percorso virtuoso a vantaggio dell'intero sistema poiché sembra andare in una diversa direzione; da qui il forte impulso della Regione a riflettere e valutare ogni possibilità, con l'obiettivo della continuità delle produzioni nello stabilimento.

Si chiede la disponibilità di Cooperlat ad avviare un confronto, con il Servizio agricoltura, sulle misure che la Regione può attivare con il nuovo PSR per verificare se possono essere compatibili con una modifica delle strategie produttive adottate e mantenere una stabile continuità produttiva nello stabilimento di Ascoli Piceno. In via subordinata, considerata l'importanza che riveste lo stabilimento di Ascoli per il territorio, si chiede la disponibilità a valutare le eventuali manifestazioni d'interesse a rilevare lo stabilimento che dovessero nel frattempo pervenire.

Consapevoli della delicatezza di qualsiasi decisione che verrà assunta dalla Cooperlat, della necessità di non prolungare nel tempo una conflittualità dannosa per gli allevatori ed i dipendenti tutti, con l'intento di condividere un percorso di collaborazione tra le istituzioni regionali e locali e la Cooperlat, si propone di fissare con il 31.12.2014 la fine di un processo di valutazione degli elementi di cui sopra e che in loro assenza porterà alla cessazione della produzione nel sito.

Entrambi i percorsi dovranno essere oggetto di valutazione da parte del Cda di Cooperlat, su cui ricade ogni responsabilità gestionale, ed assunte positivamente solo in presenza di concrete condizioni di sostenibilità e continuità aziendale del gruppo. E' infine auspicabile, in coerenza ai principi di democrazia ed attiva partecipazione dei soci, alla base del modello cooperativo, che alla verifica partecipi in modo attivo anche un rappresentante dei produttori indicato dal territorio L'impegno delle Istituzioni è quello comunque di essere al fianco del gruppo".


Antonio Canzian M. Malaspina M. Luchetti


Ancona 11.06.2014




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