Centro Agroalimentare possibile via d'uscita per Coalac

Centro Agroalimentare possibile via d'uscita per Coalac

La giunta regionale punta sul Centro Agroalimentare Piceno, in sinergia con soggetti privati. Impegno finalizzato ad avviare un’iniziativa imprenditoriale per la creazione di una filiera tracciata e di alta qualità produttiva.

Ancona - Oggi la giunta regionale, prima di procedere ai consueti lavori, ha esaminato nuovamente la difficile situazione della Cooperlat di Ascoli Piceno, alla luce della decisione dell’Azienda di non sottoscrivere una proposta di accordo che mirava a garantire un futuro allo stabilimento di Ascoli.
L’esecutivo regionale - anche per rispondere ad interpretazioni strumentali assolutamente infondate e particolarmente gravi, perché provenienti da ambienti vicini alla maggioranza di governo - ha deciso di avviare un’istruttoria ricognitiva e un approfondimento per verificare se esistano le condizioni per redigere un Piano Industriale che preveda un possibile impegno di un soggetto partecipato, quale ad esempio il Centro Agroalimentare Piceno, in sinergia con soggetti privati. Impegno finalizzato ad avviare un’iniziativa imprenditoriale per la creazione di una filiera tracciata e di alta qualità produttiva.
“La priorità per il governo regionale – è stato ribadito – resta la salvaguardia e il rilancio dell’ex Coalac. E pertanto si ritiene necessario sondare qualsiasi ipotesi che possa scongiurare la dispersione di un patrimonio economico territoriale e di capitale umano .”
Secondo l’ipotesi proposta al Tavolo il 4 giugno, l’azienda avrebbe dovuto impegnarsi a cedere il sito produttivo di Ascoli a un soggetto interessato a rilevarlo, con una proposta di cessione aperta per otto mesi. Si chiedeva che l’eventuale acquirente potesse finalizzare il proprio core business alla produzione di latte marchigiano, potendo contare su quanto indicherà il nuovo Programma di sviluppo rurale. L’accordo sindacale avrebbe dovuto prevedere il riassorbimento, da parte del potenziale acquirente, dei lavoratori attualmente impiegati ad Ascoli. Nelle more della verifica di questa ipotesi (cioè dell’ acquisizione da parte di un potenziale acquirente), si sarebbe mantenuta l’attività allo stabilimento Cooperlat di Ascoli fino al 30 settembre.


Argomenti