Trasporti, sistema da migliorare per competere in Europa

Trasporti, sistema da migliorare per competere in Europa

Le inefficienze del sistema dei trasporti nazionali tra il 2000 ed il 2012 hanno comportato una riduzione complessiva di prodotto interno lordo pari a 24 miliardi di euro

Il rapporto tra i trasporti e l’economia è un tema complesso con numerosi e reciproci condizionamenti e soltanto la sinergica integrazione tra le diverse modalità di trasporto può riuscire a “trasportare la ripresa” in Italia.
Se ne è parlato a Roma nella sede di Confcomnercio in un convegno presenti, tra gli altri, Debora Serracchiani, responsabile Infrastrutture e Trasporti del Partito Democratico, Antonio Tajani Capo Lista Forza Italia Centro e Vice Presidente del Partito Popolare europeo, Michele Mario Elia Amministratore Delegato Rete Ferroviaria Italiana.
Come affermato dal Presidente di Confcommercio Sangalli nel suo intervento,  “i trasporti e la logistica sono essenziali per rendere competitivo il nostro Paese”. Sangalli ha anche lamentato l’aggravio di costi per le imprese del settore.
Le inefficienze del sistema dei trasporti nazionali tra il 2000 ed il 2012  hanno comportato una riduzione complessiva di prodotto interno lordo pari a 24 miliardi di euro.

L’efficienza dei sistemi di trasporto rappresenta uno dei 4 parametri che il World Economic Forum utilizza per calcolare l’indice di apertura dei vari Paesi al commercio globale. I risultati complessivi per l’Italia sono preoccupanti in quanto l’Italia, nella classifica internazionale, si pone al 47^ posto, nettamente staccata dai più diretti concorrenti dell’Unione Europea come i Paesi Bassi al 3^ posto,Regno Unito al 6^,la Germania al 10^, la Francia al 21^, la Spagna al 27^, la Slovenia al 38^.

Secondo previsioni per il 2015 elaborate dall’Ufficio Studi di  Confcommercio, il trasporto delle merci subirà una contrazione del meno 20 per cento ed in particolare il trasporto su strada  segnerà una frenata complessiva del 27 per cento.

Il quadro che ne emerge è quello di un settore che ha fortemente risentito della crisi e che stenta ad uscirne. Tra il 2011 ed il 2013 sono cessate oltre 10.000 imprese, meno 22.000  gli occupati  tra il 2009 ed il 2011,  mentre il traffico interno su gomma di stranieri è aumentato a più 18,2 per cento.           

L’esito negativo per le  imprese italiane è dovuto alla pressione fiscale che raggiunge in Italia il 44,1  mentre in Polonia è del 32,2 ed in Romania il 28,4.  Secondo Conftrasporto ad una impresa italiana di autotrasporto far operare un veicolo pesante  –TIR -  costa annualmente  21 mila euro in più che ad una impresa slovena . I tempi di pagamento della pubblica amministrazione ad una impresa sono in Italia di 170 giorni, in Germania 36 ,in Polonia 38.

Molte imprese hanno quindi delocalizzato specialmente in Polonia, Romania  e Slovenia  le loro attività.  

Come se ne esce ?. La Serracchiani ha parlato di una ridefinizione del  piano strategico nazionale con razionalizzazione del trasporto su gomma che dovrà interfacciarsi  con la rete ferroviaria e portuale attraverso una riconsiderazione delle infrastrutture stradali, ed ha riconosciuto che l’attuale sistema- l’ultimo piano strategico risale al 2006 -  non risponde più alle logiche di competitività europee.   

Per far correre il Paese è quindi necessario introdurre un pacchetto di misure fiscali che promuovano il rinnovo del parco circolante,  la rimodulazione dell’IPT, crediti di imposta per le spese sostenute da famiglie ed imprese per la sostituzione del mezzo, rilanciare le autostrade del mare nei traffici nord/sud del Paese , velocizzare i collegamenti dei porti con le reti terrestri, rilanciare le Autostrade viaggianti – Ferrobonus 2.0 - nei collegamenti con l’Europa centrale.

 

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