Lista civica o ammucchiata? Nei piccoli Comuni si alimenta l'antipolitica

Lista civica o ammucchiata? Nei piccoli Comuni si alimenta l'antipolitica

Comunanza è un esempio di come in politica si alimenti la confusione tra la gente che non pecepisce più differenze di progettualità facilitando l'astensione al voto o la mancanza di crescita sociale

C'è un bel dire sulle cause che generano l'antipolitica e l'astensione dal voto o il voto di protesta. Voglio prendere in esame uno dei fattori di rischio dell'antipolitica che si palesa puntualmente in periodo elettorale soprattutto nei piccoli comuni. Come se essere piccoli e con pochi elettori possa derogare dal principio dell'identità personale o sociale.
Va fatta un premessa prima di giungere al nocciolo del problema: abbiamo il senso dell'identità fin dalla nostra nascita. I nostri genitori ci danno un nome e il loro cognome. E' un'appartenenza marcata, si fa parte di una discendenza.
L'uomo non fa altro che convalidare la natura. In realtà potremmo far a meno del nome: la nostra identità è cristallizzata nelle nostre impronte digitali. Siamo esseri unici. Lo conferma il Dna di ognuno di noi, il nostro patrimonio genetico come le impronte è unico per ogni individuo.
Gli animali si riconoscono addirittura dall'odore tra appartenenti alla propria famiglia. Moglie e marito la prima notte di nozze scelgono da quale parte del proprio letto matrimoniale stare: quella posizione resterà la stessa anche quando si troveranno in una stanza d'albergo.
Lo resterà finché la vita di coppia durerà. Tutto questo si chiama identità. Un forte, naturale senso d'identità.
Ora torniamo ai piccoli Comuni in periodo elettorale. Il tema è quello delle liste civiche. Tutto sarebbe fin troppo semplice se una lista civica fosse formata da Bruno che fa il falegname, Enrico che fa l'idraulico, Riccardo che è ingegnere, Francesco che fa il farmacista e così via dicendo.
La lista è civica perché formata da “cives” (parola latina che vuol dire cittadini). Il nome di civica diviene un abuso quando questa lista civica in realtà è sì formata dai signori di prima, però non si tratta di semplici cittadini, ma di aderenti a distinti partiti politici. Se fossero partiti di una stessa area politica potrebbero esserci liste di centrosinistra o centrodestra. In questo caso, anche se uniti insieme, i partiti di una stessa area, moderati e radicali, non perderebbero la propria identità ma confluirebbero con una mediazione su un programma elettorale con una precisa connotazione ideologica, di programmazione economica, che potranno essere di centrosinistra o centrodestra.
La visione politica dei due gruppi è dichiaratamente diversa. La storia lo dimostra e il sistema anglosassone, quello del bipolarismo (conservatori e democratici) ne è esempio. Può capitare, come sta accadendo in Italia, che a fronte di ingovernabilità e di situazione d'emergenza legata alla feroce crisi economica si facciano governi di larghe intese.
Governi che si danno il programma di fare riforme costituzionali che necessariamente debbono essere condotte insieme come fu nella redazione della nostra Carta costituzionale da parte dei Padri costituenti. Ora torniamo in un piccolo Comune come nel caso di Comunanza (3.186 abitanti).
Alcuni mesi fa, un ex sindaco della cittadina montana, Luigi Contisciani, attuale presidente del Bim Tronto, ufficializza “Rinascere Comunanza”, una lista di centrosinistra che punta sui giovani. A questo punto, se si seguissero le logiche dell'appartenenza, sarebbe stato lecito supporre che il PD, Sel, etc, cioè i partiti del centrosinistra avrebbero gradito una formazione di questo tipo e avrebbero iniziato un dialogo per creare un forte raggruppamento di centrosinistra.
Che cosa è accaduto invece? La negazione dell'identità sociale.
In contrapposizione alla lista di centrosinistra è nata “Insieme” una lista civica guidata dall'imprenditore Alvaro Cesaroni, nella quale ci sono tutti i partiti: PD, Forza Italia etc. Insomma una lista di larghe intese. Se questa adunanza potrebbe trovare giustificazione in un governo d'emergenza nazionale, certo a Comunanza, dove non si parla di uscire dall'euro o dell'abolizione del Senato, oltre ad avere presupposti diversi ha di certo una funzione diseducativa dal punto di vista della negazione dell'identità sociale che è poi quella che decide se schierarsi con l'antipolitica e con l'astensione perché regna una sovrana confusione che fa percepire al cittadino che ci possano essere in ballo solo interessi personali.
Accade dunque che se la politica con la maiuscola da sempre vuol dire spirito di servizio per la comunità, rivolgersi unicamente al perseguimento del bene comune, quando lupi e agnelli si mettono insieme sullo stesso carro è comprensibile che la gente, l'elettore diffidi o pensi al peggio.
E se questi sono gli esempi che arrivano dal basso, cioè dai piccoli Comuni, i partiti tutti, di centrosinistra e centrodestra non debbono poi gridare allo scandalo quando Grillo arringa le folle.