ROMA            - Ecco il tweet con il quale il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato l'emanazione del decreto degli 80 euro in busta paga o, come meglio ha definito il suo effetto: la
 Quattordicesima degli italiani:  "Per 15 milioni di persone le tasse 
diminuiscono, gli oneri contributivi scendono, la promessa diventa 
realtà #oraics. A dopo!". 
Secondo la bozza ciò sarà riconosciuto ai contribuenti per ridurre l'Irpef 
potrebbe essere una sorta di credito del 3,5% per i redditi fino a 
17.714, per poi diventare una cifra fissa che si attesterà a 620 euro 
tra questo valore e 24.500 euro e quindi scendere progressivamente fino 
alla soglia dei 28.000 euro. Spalmato sugli otto mesi, il beneficio 
sarebbe quindi di 80 euro circa  nella fascia tra i 17.714 e 24.500 
euro. Sotto i 17mila, il beneficio calerebbe in termini percentuali, ma 
riguarderebbe tutti i lavoratori, anche i cosiddetti incapienti. Cifre 
ancora tutte da definire, visto che nel pomeriggio il premier Matteo 
Renzi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan si sono visti per 
limare ancora gli ultimi dettagli. 
Il prossimo anno il meccanismo potrebbe essere del tutto analogo. Il 
bonus riconosciuto ai contribuenti salirebbe a 950 euro per la fascia 
tra i 19.000 e i 24.500 euro nel 2015. Sotto questa soglia il beneficio 
sarà del 5% sul reddito, mentre sopra questo scaglione è previsto una 
progressiva riduzione. Analogamente, questa volta diviso per 12 mesi,  
il beneficio sarà massimo e di 80 euro al mese nella fascia 
19mila/25mila, e inferiore a scendere sotto questa soglia.
Sarebbe confermato inoltre il taglio "dimezzato" per l'Irap. 
L'aliquota principale passerebbe dal 3,9% al 3,5% nel 2015 mentre per 
quest'anno sarebbe prevista un'aliquota intermedia del 3,75%. In calo 
anche le altre aliquote previste per banche e agricoltura: dal 4,2 al 
3,8 per cento, dal 5,9 al 5,3 per cento, dall'1,9 all'1,7%. 
Contestualmente il provvedimento  prevede anche l'innalzamento della 
tassazione della tassazione delle rendite finanziarie al 26%. 
Bonus anche per i cosiddetti incapienti.