Il rischio è che Mosca decida di usare l’arma energetica sospendendo la fornitura di gas all’Ucraina, irrigidendosi sulla questione dei debiti del governo ucraino sul pagamento delle forniture di gas,l’impatto si trasferirebbe anche all’Italia anche se in misura meno drammatica nel medio periodo.
Kiev che dipende per oltre il 50 per cento dei consumi dalle forniture di Gazprom,potrebbe tentare di sottrarre parte del volume di gas destinati all’Europa per utilizzarli nel mercato interno.
Un aggravamento dei contrasti con l’Unione Europea potrebbe indurre Mosca ad una significativa limitazione delle esportazioni destinate ai mercati europei facendo rinascere la crisi energetica del 2009.
C’è poi la possibilità che una escalation della violenza militare nel paese possa originare il danneggiamento delle infrastrutture destinate al trasporto del gas determinando la sospensione forzata delle forniture.
L’Italia unitamente alla Germania è tra i grandi clienti di Gazprom che riesce a soddisfare oltre il 40 per cento dei consumi interni in particolare per la produzione di energia elettrica nazionale.
Nel 2013 le forniture russe all’Europa hanno superato i 135 miliardi di metri cubi, con una crescita del 16 per cento rispetto l’anno precedente,mentre per quanto riguarda l’Italia i consumi sono scesi considerevolmente sia per la crisi economica che ha determinato una sostanziale riduzione dei consumi, sia per un inverno mite che ci lasciamo alle spalle.
In caso di emergenza,con sospensioni di fornitura da parte di Gazprom, il nostro Paese potrebbe rivolgersi alla compagnia algerina Sonatrac.
L’Italia da alcuni anni ha portato avanti una politica di diversificazione degli approvvigionamenti nel settore del gas naturale. L’ultimo importante successo è stata la decisione del consorzio Shah Deniz II di trasportare il gas dall’Azerbaigian in Italia attraverso il gasdotto TAP –Trans Adriatic pipeline-.
C’è da dire,però, che questa scelta strategica è oggi messa a rischio dalla posizione assunta dal Comitato Tecnico della Regione Puglia che ha espresso parere negativo sulla realizzazione del progetto.
L’attuale situazione in Ucraina così come le tensioni esistenti in Libia devono ricordarci che un paese come il nostro, che è totalmente dipendente dalle importazioni di natura energetica, non può permettersi di tralasciare asset strategici in quanto eventi geopolitici imprevedibili,potrebbero farci trovare in serie difficoltà.