"Sarò un sindaco a costo zero !" - tuonò Aliberti alla vigilia delle elezioni amministrative del 2004 che, poi, condussero alla riconferma dell'allora sindaco Piero Celani.
Il magro bottino elettorale ( 818 voti pari ad un misero 2,4%) non consentì in quel frangente di verificare la serietà dell'impegno assunto, con tanta enfasi, dall'avvocato Aliberti.
La mia domanda oggi è : se dovesse essere eletto Sindaco, siamo davvero certi che l'ex assessore alla cultura rinuncerebbe alla propria indennità ?
Il dubbio è legittimo anche e soprattutto alla luce della più recente esperienza.
Come si ricorderà, nel marzo del 2012, l'allora assessore alla cultura Aliberti annunciò in pompa magna che da quel momento avrebbe rinunciato all'indennità assessorile.
In realtà il servizio finanziario del comune di Ascoli (dal marzo 2012 sino alla revoca delle deleghe avvenuta nel maggio del2013, ) ha sempre e regolarmente versato all'avvocato Aliberti le diverse indennità mensili maturate come membro della Giunta Castelli.
Parliamo di 2500 euro lordi al mese. Netti : 1.800. Molto più di quanto ne abbia mai guadagnato il sottoscritto come operaio della Manuli prima di subire il licenziamento in quel 2009 così drammatico per l'economia ascolana. Insomma, la cosa è piuttosto grave e sintomatica: Aliberti ha sbandierato ai quattro venti una rinuncia che, in realtà, non è mai avvenuta.
Penso sia un fatto piuttosto rilevante e, per questo, ho presentato una interrogazione al Sindaco per sapere se i circa 32.000 euro liquidati a titolo di indennità assessorile, tra il 1 marzo 2012 e il 14 maggio 2013, per le "prestazioni politiche" dell'avv. Aliberti siamo stati magari accreditati sul conto di qualche associazione benefica o altrimenti dedita alla filantropia umana.
Conoscere è fondamentale per decidere diceva qualcuno e, aggiungo io, anche per capire la pasta vera di cui sono fatte le persone. Sono davvero curioso di sapere come stanno le cose.