Muove in questa direzione la sottoscrizione degli accordi con le Case di cura e le Strutture di riabilitazione private che la Giunta regionale ha siglato con i centri aderenti all’Aiop (Associazione italiana ospitalità privata) e all’Aris (Associazione religiosa istituti sociosanitari), accreditati dalla Regione Marche.
Un’intesa che sana il pregresso, azzera i contenziosi e programma l’attività del prossimo biennio, introducendo, anche per il privato, modalità operative e di programmazione identiche a quelle già previste nelle strutture sanitarie pubbliche. Vengono definite le linee di indirizzo per regolamentare la mobilità attiva e contrastare quella passiva attraverso il coinvolgimento della riabilitazione ospedaliera, di adeguati percorsi assistenziali e la continuità di cura, utilizzando appieno le potenzialità delle strutture private che si affiancheranno a quelle pubbliche.
«Con questa firma – ha dichiarato il presidente della Regione, Gian Mario Spacca – rendiamo ancora più coeso il sistema sanitario regionale che si avvale anche del contributo privato.
Finalità dell’accordo: aggredire le liste di attesa e la mobilità passiva, attraverso un’azione sinergica che ha come obiettivo il miglioramento dei servizi per i cittadini.
Per affrontare con strumenti adeguati la mobilità passiva occorre, infatti, tra le altre azioni, una più efficiente riorganizzazione delle strutture pubbliche e private. Ciò va fatto nel rispetto degli standard scientifici di qualità e sicurezza che sono alla base della riforma sanitaria: riduzione della frammentazione, razionalizzazione dei posti letto, avvio di strutture dedicate alle cure intermedie, riforma delle reti cliniche, qualificazione dell’emergenza.
Un percorso che deve trovare compiuta definizione anche nel settore privato accreditato, in una logica di rete complessiva dei servizi offerti. L’accordo segna l’avvio di una funzione di committenza da parte della Regione che, in tal modo, chiede al privato di eseguire, entro il budget assegnato, le attività che maggiormente servono al sistema».
«La necessità di affrontare il problema della crescente mobilità passiva interregionale, che incide pesantemente sulla quantificazione del Fondo sanitario regionale fa sì che le strutture ospedaliere private accreditate, opportunamente riorganizzate in logica di rete e in virtù dell’elasticità organizzativa che le contraddistingue, possano essere coinvolte nell’erogazione di prestazioni mirate a ridurre i flussi di mobilità passiva interregionale per particolari patologie. L’accordo prevede di remunerare le prestazioni effettuate in mobilità attiva con le tariffe TUC (Tariffa unica convenzionale), riducendo l’impatto economico finora sostenuto e consentendo, quindi, di incrementare l’attività entro tetti di spesa programmati», ha rilevato l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani.
«La regolamentazione della mobilità attiva e i programmi di recupero di quella passiva favoriscono un miglioramento del saldo di mobilità interregionale con effetti positivi sul finanziamento del Fondo sanitario regionale e, soprattutto – ha affermato il dirigente del servizio Sanità, Piero Ciccarelli - garantiscono ai cittadini residenti un’adeguata offerta sul proprio territorio regionale. Tale disponibilità comporta sia il miglioramento del saldo di mobilità, sia la riduzione di costi indiretti che i cittadini sono costretti a sobbarcarsi a causa dei viaggi verso regioni limitrofe. Va poi considerato il miglioramento dei tempi di attesa per alcune prestazioni critiche. Tutte le Case di cura hanno sottoscritto l’accordo, comprese le strutture che non avevano sottoscritto l’ultimo del 2010».
“Soddisfatti per i risultati raggiunti con gli accordi: un punto di partenza per definire tutte le questioni rimaste aperte, come quella dei posti letto e dei budget”, si sono dichiarati i presidenti dell’Aiop, Antonio Romani e dell’Aris, Mario Ferraresi. “La definizione dei posti letto nelle strutture private – ha detto Romani – ha una ripercussione evidente sul mantenimento dei posti di lavoro. Siamo impegnati con la Regione per ridurre la mobilità passiva e rafforzare la sanità marchigiana”. Con l’intesa “si chiude il pregresso e si apre uno spiraglio nuovo – ha detto Ferraresi – Si è instaurato un clima diverso per collaborare insieme, ad esempio sul fronte del contenimento delle liste di attesa e della mobilità passiva. In questi campi il potenziale delle case di cura riabilitative risulta fondamentale per dare una mano alle strutture pubbliche”.
Gli accordi disciplinano la produzione e la remunerazione delle prestazioni erogate in regione di attività ospedaliera svolta a favore di cittadini di altre regioni da parte dei privati. Per l’abbattimento della mobilità passiva viene avviato un programma sperimentale di potenziamento delle prestazioni che consente di migliorare l’offerta assistenziale per i cittadini del territorio regionale e di ridurre i costi di produzione attraverso l’incremento dell’offerta presso strutture in grado di assicurare le prestazioni agli utenti provenienti dai territori che hanno generato maggiore mobilità passiva. Sul fronte della riabilitazione, l’accordo disciplina, in particolare i settori dell’ortopedia e degli anziani.
L’Aiop occupa, complessivamente, oltre 1.200 addetti (medici e infermieristici) e assicura circa 500 mila prestazioni (tra ambulatoriali e ospedaliere), mentre l’Aris rappresenta circa 10 enti con 20 strutture marchigiane e 2000 dipendenti. Aderiscono all’Aiop: Casa di Cura Villa San Marco; Casa di Cura Villa Pini; Casa di Cura Dott. Marchetti; Casa di Cura Stella Maris; Casa di Cura Villa Anna; Casa di Cura Villa Verde; Casa di Cura Villa Serena, Villa Igea.