Il candidato alle Primarie di coalizione del Centrosinistra li individua come cardini dai quali partire per dare una prospettiva a medio e lungo termine per Ascoli Piceno nel futuro.
Molti parlano di smart city, lei punta prima di tutto su un City manager, di cosa si tratta?
«In realtà non si tratta di una figura nuova - dice Giancarlo Luciani Castiglia (Pd) – In Italia ci sono esempi come a Torino e Bologna. E' un ruolo previsto per Comuni al di sopra dei 100 mila abitanti, ma se si dovesse programmare il futuro di una città territorio, quale dovrebbe essere Ascoli, allora io vedrei il City manager non come direttore generale ma come specialista nel tracciare le direttrici per fare della nostra città una meta turistica integrata a livello nazionale e internazionale. Un professionista quindi che abbia le competenze necessarie perché Ascoli Piceno diventi ganglio importante di una rete. Una città territorio che non debba vivere di turismo mordi e fuggi, di presenze spot alla Bit di Milano, legata solo all'attivismo di qualche struttura amica come avviene ora. Turismo e cultura così come intendiamo invece programmarli rappresentano un fondamentale driver di crescita e sviluppo e possono creare numerosi posti di lavoro».
Ecco il punto dolente, il lavoro … ha un coniglio da estrarre dal cilindro?
«Ci sono diverse cose che un Comune può mettere in campo - dice Luciani Castiglia - E' ovvio che non può farle se nel “capitolo lavoro” in bilancio impegna solo lo “zero virgola”. Qualora avessi l'onore di guidare l'amministrazione comunale punterei su un fondo di garanzia locale per far partire start up con idee innovative in un momento in cui le banche sono restie a concedere credito a chi le garanzie non le ha. Uno strumento che, riuscendo a garantire il 75 per cento della somma richiesta ad un istituto di credito, capovolga la visuale della banca, di questi tempi volta solo a considerare il rischio, nel vedere invece la possibilità di partecipare ad un successo d'impresa. In questo modo, oltre al superamento della carenza di credito, si otterrebbe una maggiore voglia da parte di giovani a fare impresa. E' importante per questo che le associazioni datoriali lavorino insieme alle università per creare cultura d'impresa. E sul lavoro diventa centrale l'attrazione dei Fondi europei su progetti da realizzare. Fino ad oggi il Comune di Ascoli Piceno non ha attivato nessuna risorsa dall'Europa. E' un fatto incredibile».
Lei ha parlato di bilancio, con i tagli che arrivano dal Governo ci sono possibilità che proprio nel bilancio comunale si possono attivare buone pratiche per rilanciare la città?
«Beh, qui il problema intanto è uno ed è centrale: la trasparenza. Noi non conosciamo le carte, ovvero non è possibile in questo momento andare a leggere in profondità il bilancio comunale. Quello che faremo una volta alla guida del Comune e far asseverare il bilancio. Cosa significa asseverare? Semplice, che al di là del controllo istituzionale della Corte dei Conti vorrei che ci fosse un ulteriore organo terzo a verificare la contabilità pubblica per dare ai cittadini certezze su come sono state spese le loro tasse. Attualmente il Comune di Ascoli è fortemente indebitato. Sono comunque convinto che, se il “Job act” del governo Renzi sarà approvato a breve, il Comune non sarà più un bancomat e potrà liberare risorse».
Risorse per dare respiro agli ultimi, al sociale?
«Ecco, vede - spiega Luciani Castiglia – non occorrerebbero neppure tantissime risorse se si efficientasse la macchina amministrativa che oggi nel bilancio 2013 ci costa 25 milioni di euro. Penso a quello che chiamo per sintesi un “Piano regolatore sociale”. Il termine forse non rende l'idea, ma si tratta di organizzare tutte le associazioni no profit perché con le proprie progettualità, finanziate dalla pubblica amministrazione, facciano ricadere servizi sugli “ultimi” creando una rete di solidarietà duratura e affidabile. E sul sociale la Regione Marche sta puntando per la prossima programmazione dei Fondi strutturali europei come asse privilegiato. E' così importante il tema delle risorse europee che ho da tempo lanciato l'idea di formare un team di professionisti competenti, formati in Europa, nell'europrogettazione. Professionisti che possano essere strumento di punta per l'amministrazione di quell'Ascoli Piceno città territorio che immaginiamo, che siamo pronti a programmare e che vogliamo fortemente per farla uscire dalle ristrette mura del centro storico e farla proiettare nel mondo».
Qualche cittadino le ha chiesto la possibilità di tornare a sognare, ora se parliamo di sanità questa possibilità viene meno?
«Guardi, la situazione della sanità marchigiana, nonostante i tagli governativi - dice Giancarlo Luciani Castiglia – mi pare tra le migliori a livello nazionale. Per quanto riguarda quella ascolana, ora che la riforma sanitaria è stata di fatto completata, una volta raggiunta l'integrazione dell'Area vasta 5, non mi pare che ci si debba lamentare. Se poi si vuole ragionare in modo strumentale allora è un altro discorso. A me piace formulare proposte per rispondere alle critiche. Penso al tema, più che mai centrale dopo l'entrata in vigore delle nuove regole europee, per cui ognuno di noi può andare a curarsi in Francia, in Germania e chi ne ha più ne metta. Bene è a questo punto che occorre puntare sulla mobilità attiva, cioè sulla capacità di attrarre pazienti da altre regioni italiane e da paesi esteri, perché vengano a curarsi nel Piceno, nelle Marche. Perché i cittadini ascolani comprendano meglio voglio portare l'esempio di Pisa. La città toscana è diventata il centro d'eccellenza nella cura delle patologie della Tiroide. Basti pensare che ogni anno presso le unità operative di endocrinologia dell'ospedale Cisanello si effettuano 3.250 interventi chirurgici sulla Tiroide. Ci sono dunque equipe di chirurghi che hanno acquisito quella manualità che costituisce la garanzia per il paziente. Ma essere un centro d'eccellenza vuol dire creare una formidabile economia per la città: alberghi, ristoranti, lavanderie, affittacamere e altre attività legate alla ricettività. Sono tanti posti di lavoro che si creano grazie ad una buona sanità. Cosi, se fossi nella Conferenza dei sindaci darei questo input a chi dirige l'Area Vasta 5: creare bandi di concorso che intercettino professionisti di chiara fama perché in alcune specialità, penso all'esempio di già esistente di Ematologia, possano attrarre pazienti nel Piceno facendo opportuna comunicazione delle eccellenze mediche o chirurgiche dei nostri ospedali».
Ascolta l'audio live di Giancarlo Luciani Castiglia in un confronto pubblico con i cittadini