Forlini (Sel), Patto di solidarietà per battere la crisi sociale

Forlini (Sel), Patto di solidarietà per battere la crisi sociale

Moltiplicare i servizi generati ed estenderne il raggio di ricaduta sulla popolazione più debole

Il sistema familiare di protezione, tipico della provincia marchigiana, non potrà reggere per sempre.
Già ora sono molte le famiglie ascolane che si trovano a sostenere, con la propria pensione, la precarietà o la disoccupazione dei figli e le spese alimentari e scolastiche dei nipoti, molte che ricorrono al sostegno dei Servizi Sociali, delle Parrocchie, della Caritas e della Croce Rossa.

Il fenomeno del crollo del ceto medio è palpabile.
Basta uscire di casa per incontrare ex professionisti cittadini, ex proprietari di negozi o di botteghe, alla ricerca di un nuovo lavoro precario o stagionale. Il grado esponenziale del numero delle Partite Iva che hanno chiuso in questo ultimo lustro è allarmante.

I figli di questa piccola borghesia cittadina, che si sta trasformando in una sorta di indistinta nuova classe sociale votata alla povertà, costituiscono il cosiddetto Quinto stato, cioè un inedito popolo di nullatenenti laureati, talvolta anche altamente qualificati, ma senza lavoro o ormai rassegnati ad alternare lavori stagionali o giornalieri a lunghi periodi di inattività, a risiedere nella casa dei propri genitori fino a età avanzata o a tentare la fuga verso capitali estere, dove si dice sia più semplice trovare lavoro come cameriere o commesso.

Stiamo parlando di realtà in crisi ma che ancora reggono, sebbene in condizioni di grave emergenza, solo in virtù di un ammortizzatore familiare.

Al di là di questo limite vi è invece il desolato panorama della disperazione sociale.
Il caso recente dei tre suicidi di Civitanova Marche parla da sé e si inserisce in un panorama spesso confuso e poco visibile composto da nativi e migranti ben oltre la soglia di povertà.
Una recente indagine sulla nostra regione testimonia un fenomeno preoccupante, che inizia ad assumere dimensioni degne di considerazione politica, riguardante la malnutrizione infantile a causa di indigenza economica.

È in questo clima di disperazione sociale e di solitudine che prolifera il racket della criminalità piccola o organizzata, dalle rapine alla tratta delle donne e della prostituzione.
La solitudine sociale produce schiavitù e crimine.

Cosa fare?
Una crisi di dimensioni extra-nazionali può essere affrontata alla radice solo in altre sedi, a partire dal Parlamento europeo, le cui politiche liberiste hanno inciso in modo massacrante sui cittadini europei più deboli.
E’ giunto il tempo che avanzi una nuova proposta politica, per una riforma sostanziale del sistema economico, per un'Europa dei diritti, del lavoro e dei doveri in capo ai grandi patrimoni.
Per questo sosterremo la Lista “L'Altra Europa con Tsipras” e la nostra candidata Nazzarena Agostini.

Ma una risposta in termini di sostegno sociale e ammortizzazione dei danni della crisi possono darla anche le istituzioni locali. In che modo?

Io propongo un “Patto di solidarietà” tra l'Amministrazione comunale e le realtà associative onlus della città.

Attraverso questo Patto sarà possibile moltiplicare i servizi generati ed estenderne il raggio di ricaduta sulla popolazione più debole.
Inoltre scelte diverse sull’utilizzo delle risorse finanziarie comunali in ingresso potrà determinare la rinuncia a qualche opera pubblica in favore di una redistribuzione in favore di quei cittadini deprivati dalla congiunture economiche sfavorevoli. ( Esempio quota Tares destinata ai Comuni).
Si tratta di un metodo già sperimentato in alcune amministrazioni laboratorio dove la nostra idea politica esprime un buon governo di equità e solidarietà. In questo modo i servizi elementari oggi messi a rischio dai tagli irresponsabili imposti dalla destra europea ai territori locali, come ad esempio l'assistenza ai disabili o agli anziani, di famiglie povere che non possono permettersi di rivolgersi a strutture private, vengono garantiti dal Comune.

Inoltre il mio Governo della città si impegna ad aprire sportelli informativi per il lavoro dove giovani disoccupati e precari potranno essere aiutati da addetti pubblici nella ricerca e nella stesura in lingua inglese di progetti finalizzati alla partecipazione a bandi di concorso per i finanziamenti europei.
Tante eccellenze del territorio perdono occasioni di lavoro perché non sono a conoscenza delle opportunità europee. Un Comune inteso come comunità deve essere un ponte continuo tra fondi e cittadinanza.