E il Pd convoca una conferenza sul caso Coalac dopo aver abbandonato il Consiglio.
«Questo è il messaggio che mi è arrivato alle 10,45 dal consigliere comunale Amedeo Ciccanti – dice il vice presidente della Regione Marche Antonio Canzian - per farsi trovare alle ore 11 e andare a fare la visita alla Coalac con il Sottosegretario Castiglione, visita della quale era probabilmente a conoscenza alcune ore prima il sindaco Castelli, mentre in un quarto d'ora io avrei dovuto scattare sull'attenti per il messaggio, non del sindaco ma di Ciccanti. Ma al di là degli atteggiamenti, del ritardo di oltre un'ora dell'apertura del Consiglio, siamo qui per puntualizzare che il consiglio comunale aperto sul problema Coalac era stato chiesto all'unanimità per confrontarci e trovare insieme una soluzione sulla vicenda.
Questa iniziativa doveva essere preparata con un taglio istituzionale. Sono amareggiato, sembrava invece di trovarsi al centro di una manifestazione elettorale a sostegno del sindaco Castelli. Siamo abituati a lavorare con umiltà e dietro le quinte senza manifestazioni esteriori come quelle di oggi - continua Canzian - E se avessi oggi potuto parlare in consiglio comunale avrei annunciato che lunedì, dopo la giunta regionale, il presidente Spacca, il sottoscritto e la collega Malaspina incontreranno io spero in maniera dirimente sia Cooperlat che i sindacati confederali.
Nel precedente consiglio comunale era stato approvato un documento unitario che indicava le modalità per far rimanere questa unità produttiva.
E' una realtà importante, la seconda all'interno della Cooperlat, che conferisce totalmente latte fresco di qualità. E' una filiera corta radicata sul territorio. Deve essere preservata nella sua funzione. L'incontro di lunedì dovrà anche servire per sostenere che la programmazione regionale che mira a mantenere il legame tra latte fresco di qualità e la produzione marchigiana con marchio Latte Fresco sul territorio. Su questo la Regione farà valere le sue ragioni. Il Piceno non può permettersi di perdere questa realtà produttiva. Tra l'altro il piano industriale della Cooperlat è fumoso non dice se c'è un deficit che dipende da Jesi o da Ascoli».
Per Stefano Corradetti «è evidente la speculazione elettorale visto che c'è una sola organizzazione di categoria (Coldiretti, ndr) lasciandole l'organizzazione della manifestazione senza il coinvolgimento delle altre associazioni di categoria. C'è stata una selezione alla “passerella” orchestrata, anche se si vorrà far passare con una svista. Ci sembra di essere nel 2009 con quelle sfilate di ministri che non hanno avuto alcun seguito per la città e il territorio. Nella Cooperlat ci sono comunque in ballo equilibri interni più che motivazioni finanziarie. Venendo meno la presenza della Coalac si perderebbe la mutualità prevalente con la perdita di caratteristica di cooperativa e la trasformazione in società di capitali, quindi più facilmente acquisibile».
«Il gruppo del Pd, insieme al sottoscritto, ha fatto benissimo a segnare un'azione di protesta nei confronti del sindaco Castelli e delle sue modalità - dice l'on. Luciano Agostini – perché per partecipare intanto bisogna essere invitati. A me ancora oggi deve arrivare l'invito al consiglio comunale. L'unico invito telefonico mi è arrivato dal presidente della Coldiretti e io l'ho declinato perché ritenevo che organizzata in questo modo, con esclusione ad altre associazioni, sembrava una manifestazione elettorale per il sindaco Castelli e quindi non sarei intervenuto.
E' stato il Pd l'unico soggetto politico a caricarsi sulle spalle con i propri rappresentanti istituzionali la possibile soluzione di questo problema. Sono stato io per primo a segnalare con una lettera ai sindaci di Ascoli, Offida e San Benedetto che c'era un problema alla Coalac. In quella lettera mi raccomandavo di non isolarsi nella soluzione del problema e costituire un tavolo che tenesse tutti insieme. Perché parte del problema è la rappresentanza stessa di quel mondo. Cooperlat a tutt'oggi fa una ristrutturazione senza avere problemi di fatturato e di mercato. Il gruppo si priverebbe per scelta aziendale del Latte Fresco Coalac, che è il 70% della produzione, eliminando l'unico filo che la tiene legata il gruppo al territorio, nel momento in cui questo filone viene eliminato si lascia aperta la via all'acquisizione da parte di gruppi nazionali.
Che sia chiaro, ci legheremo davanti Cooperlat per non far togliere la Coalac. Tra l'altro – continua Agostini – con la perdita della mutualità prevalente se questo disegno fosse portato avanti, il Ministero potrebbe far intervenire gli ispettori e commissariare la Cooperlat»