«Al Partito Democratico chiediamo subito - dice Pietro Cordoni – ,ed è irrinunciabile, che il 9 marzo le primarie che ci saranno siano di coalizione». E Carla Rossi, segretario dell'Unione comunale del Pd, presente in sala, non ha mosso ciglio. «Nel partito si è già parlato di questa soluzione - dice Rossi – alcuni candidati ne erano già convinti ma, come sempre facciamo, sarà un tema per la prossima riunione dell'Unione comunale e da quella sede arriverà la decisione».
Chi è Rita Forlini?
Prima di tutto, un'insegnante elementare (per cronologia e non per importanza), poi moglie e madre di due figli, militante della Cgil e nella Rsu scuola, promotrice del coordinamento “3 Ottobre” per la memoria storica e della resistenza antifascista, è nei comitati cittadini in difesa della Costituzione e dei diritti delle donne, attualmente è comandata dal Miur (Ministero dell'Università e della Ricerca) per la didattica e la formazione su Storia e Educazione alla cittadinanza.
Apparentemente mite, parla invece di rivoluzione ... “armata” di diritti civili, di voglia di inclusione, di Lavoro con la maiuscola, Ambiente, Cultura, e Memoria partigiana. Valori che Rita Forlini e Sel definiscono i loro “candidati”, quelli sulla cui base voglio creare un'alternativa ad Ascoli Piceno.
Il suo “progetto rivoluzionario” è quello basato «sullo spazio di movimento che ogni cittadino ha e che può sommarsi e fare la differenza rispetto alla passività che finora ha dominato la scena in questa città».
Il metodo. «Io sono una del gruppo - dice Rita Forlini – su di me non ci sarà accentramento, il mio lavoro è il lavoro di tutti. Siamo dedicati all'ascolto di tutti quelli che vivono ad Ascoli per costruire insieme un'alternativa possibile. Io sono un'insegnante elementare. Ritengo questa condizione a contatto dei giovani, nel mio caso di bambini, unica perché dà la fortuna di tenerci depurati contaminazioni negative».
Rita Forlini ritiene fondamentale dare voce a chi ha qualcosa da dire e a chi ha dei bisogni ignorati da vari decenni in città.
E' questa, per la candidata sindaco di Sel, il trampolino per «Riprenderci quegli spazi fisici e non solo, dove sentirsi protagonisti con la sicurezza delle proprie idee, vivi e quindi in grado di cambiare le cose. Possiamo costruire progetti diversi per accadere a quelle risorse finanziarie che pure girano intorno a noi e non vengono colte. C'è l'esigenza di sentirmi dentro una città nella quale io sono, noi siamo, persone con i propri diritti con la possibilità di esercitarli. C'è l'esigenza che il Palazzo non sia nelle mani di qualcuno e basta. Dobbiamo governare i percorsi e non comandare con strapotere e con l'esclusione. L'aria che si respira è invece questa nella Sala della Ragione oggi ».
E' un pò nil concetto, quest'ultimo, espresso da Davide Nota che parla di impossibilità ad Ascoli di far nascere e poi far crescere associazioni culturali che invece in altre realtà, da Londra a Fermo, attechiscono e si fortificano. «I sondaggi valgono quel che valgono - dice Nota - qui in realtà tra i giovani c'è un malessere diffuso, sono in tanti a doversene andare. Non si dà ai semi la possibilità di attecchire»
Nel ribadire che questa sarà per Sel una campagna elettorale leale c'è l'appello alla non frammentazione nella coalizione.
Il pensiero corre verso la lista civica L'Alveare e alla prese di posizione della lista verso il Pd.
Per Carla Rossi (Pd) non ci sono problemi. «Da parte nostra c'è sempre stata la massima apertura – dice – se nell'Alveare ci sono problemi interni non è necessariamente utile che li gettino sulle nostre spalle».