Dopo il verdetto della Corte dei Conti di Ancona che certifica le buone prassi amministrative dell'ente e approva il piano di riequilibrio decennale per 14 milioni e mezzo di massa passiva, è come quel paziente che il medico curante ha inviato a fare una risonanza magnetica al distretto cranico (alla testa) temendo un danno cerebrale irreversibile e ne esce invece con una diagnosi del tutto tranquillizzante. Rinasce ad una nuova vita. «In tanti anni di vita politica – dice Celani – questa è forse la sfida più bella che ho vinto insieme alla mia giunta e al consiglio provinciale. Ero partito con entusiasmo per dedicarmi alla programmazione di area vasta e mi sono trovato immerso in una palude dalla quale siamo usciti con grande sofferenza, ma senza che ne avessimo alcuna colpa. Solo al momento della formazione del bilancio del 2010 ci siamo resi conto che occorreva prendere provvedimenti seri vista la situazione finanziaria. Devo ringraziare tutti i giudici della Corte dei Conti di Ancona che, nel rispetto delle regole e dei ruoli di ognuno di noi, hanno collaborato perché potessimo fornire tutte le giustificazioni economico-finanziarie che attestassero il nostro percorso amministrativo virtuoso. E un ringraziamento particolare, oltre che all'assessore Vittorio Crescenzi, va al dirigente del Servizio finanziario Eros Libetti e ai cinque, forse quattro, collaboratori della struttura che hanno permesso il raggiungimento di questo obiettivo».
Perché il presidente Celani è al settimo cielo? Beh, è semplice. La divisione con Fermo, come certifica la Corte dei Conti, ha creato una situazione penalizzante ad Ascoli. Tanto da far temere la mobilità per un'ottantina di dipendenti, l'uscita dai consorzi come il Cup. Insomma si poteva risanare nel modo “normale” secondo le idee del Ministero (Mef) che poi sono quelle di un commissario di governo che, in una situazione di dissesto, non avrebbe fatto altro che il tagliatore di teste e di risorse.
«Ma ci pensate che responsabilità? - s'interroga Celani – Che fine avrebbero fatto i dipendenti di un ente in dissesto una volta passata la legge De Rio? Sarebbero stati spazzati via ? Non potevano che andare in trincea. E quello che abbiamo fatto (oggi ce ne rendiamo conto) vale come molte strade fatte, scuole ammodernate, inaugurazioni e altro.
Sulla nostra testa sono caduti impensabili debiti fuori bilancio, tagli dallo stato e dalla regione dal 2011 al 2013 per 11 milioni e mezzo di euro. Eppure abbiamo tolto una tassa, la Cosap, e non l'abbiamo reintrodotta. Oltre la Corte dei Conti ci hanno ritenuto credibili le banche che ci hanno permesso di rinegoziare i mutui e trovare un tesoriere. Solo perché abbiamo presentato un piano economico e finanziario inappuntabile. Abbiamo pagato 20 milioni di euro ai nostri creditori per tutto il 2012 e stiamo già molto avanti per il 2013 perché abbiamo chiuso il 2013 con un avanzo di 300 o 400 mila euro, rispettando quanto scritto nel piano di riequilibrio. E nonostante questa situazione drammatica siamo anche riusciti a fare degli investimenti. Questo periodo ci ha coinvolto molto emotivamente. Abbiamo cominciato a pensare al risanamento nell'estate del 2012, poi votato a marzo del 2013. Un periodo nel quale ho cambiato il mio ufficio. Arrivavo in Provincia e mi recavo con Crescenzi direttamente da Libetti».
Periodo stressante ma la vita continua e la Provincia di Ascoli Piceno raggiunge alcuni obiettivi come nella formazione professionale dove riesce a spendere tutte le risorse europee (un record) con una redemption interessante: il 15 per cento dei corsisti riescono a trovare impiego, per alcuni corsi a volte è il 50 per cento dei partecipanti a trovare lavoro.
Quanto alla situazione degli edifici scolastici della Provincia per l'ex comandante dei Vigili del Fuoco si doveva fare un libro bianco per la situazione virtuosa delle scuole messe a norma a livello nazionale.