Nell’ultima riunione della “Commissione provinciale del lavoro” (costituita da associazioni sindacali, datoriali e rappresentanti della società civile), è stata infatti espressa preoccupazione al riguardo, chiedendo che le Province, nella nuova configurazione, “mantengano le competenze specifiche legate alla gestione dei Centri per l’impiego, l’orientamento e la formazione”. Ciò considerando “l’opportunità che istruzione, formazione professionale e politiche attive per il lavoro vadano di pari passo, mantenendo saldo il legame con il tessuto economico e imprenditoriale del territorio provinciale”.
“Il mercato del lavoro – evidenzia la Commissione nel verbale della seduta – necessita di una pianificazione dei servizi e delle politiche più vicina possibile ai cittadini e alle imprese. La crisi economica e occupazionale che investe la provincia è stata contenuta anche grazie alle specifiche e mirate strategie di politiche del lavoro, sia difensive che di sviluppo, messe in atto dall’amministrazione provinciale, scelte e condivise con le parti sociali della Commissione”. Fondamentale, secondo la Commissione, è dunque “un modello di governance pubblica territoriale dove il sistema degli operatori accreditati (enti di formazione, agenzie per il lavoro, agenzie di intermediazione, strutture di orientamento professionale, scuole e università) costituisca il livello territoriale di base per promuovere le politiche attive del lavoro, in un’ottica di rete sensibile alle caratteristiche locali, che non marginalizzi le località più piccole e lontane dal capoluogo, poiché tale modello ha avuto finora esiti apprezzabili, sia sul piano quantitativo che qualitativo”.
La Commissione chiede di contribuire alla definizione delle strategie sulle politiche per il lavoro proposte e disciplinate dalla Regione Marche, “attraverso l’intermediazione di un soggetto collegiale e rappresentativo che sia un chiaro riferimento politico (e/o istituzionale) del territorio ex provinciale”. Chiesto anche di conoscere lo stato della programmazione regionale dei Fondi comunitari 2014 – 2020, “in modo da poter contribuire, attraverso proposte mirate, alla stesura definitiva del documento”.