Con una disoccupazione che sfiora il trenta per cento e l’ira dei cittadini per l’austerità imposta dalla troika, la maggior parte della popolazione non crede che questa presidenza porterà vantaggi. Il governo ha promesso una presidenza all’insegna dell’efficienza e del contenimento dei costi per le riunioni in programma sul territorio ellenico,ed ha stanziato in bilancio solamente cinquanta milioni di euro.
Di fronte al malcontento della popolazione, per i continui tagli ai salari, la coalizione governativa cercherà di affrontare il problema dell’occupazione, porre un freno alla recessione, completamento dell’unione bancaria da realizzare entro aprile.
Le elezioni europee di maggio costituiscono una incognita sia per la presidenza greca che per la UE.
I sondaggi prevedono in Grecia una affermazione dell’estrema sinistra anti-europea – Syriza - e di Alba Dorata,estrema destra,dopo l’arresto di alcuni suoi parlamentari.
Le promesse di riforme fatte dal governo e mai mantenute, potrebbero condurre alla crisi ed a nuove elezioni.
Sempre dal primo gennaio la Lettonia, piccolo stato baltico, ha adottato la moneta unica europea.
Con una popolazione di poco più di due milioni di abitanti la Lettonia è un paese ove quasi la metà del territorio è posto sotto il livello del mare.
Affaccia sul mar Baltico ed il 30 per cento della popolazione è di etnia russa. Anche in questo paese la gente è preoccupata,qualche mese fa il 58 per cento dei lettoni dichiarava di avere timori,con il passaggio dal Lat (unità monetaria lettone) all’euro per possibili aumenti dei prezzi.
Attualmente in questo paese baltico ci sono venti banche, una ogni centomila abitanti,che vivono di fondi stranieri provenienti in buona parte dalla Russia e vi è il timore che l’adozione dell’euro si traduca in un afflusso consistente dall’Est di capitali,poco trasparenti,da riciclare.