Ricci: «Pesaro diventi la prima città delle Marche»

Ricci: «Pesaro diventi la prima città delle Marche»

'Sostegno all'innovazione delle start-up'. Così Matteo Ricci

E ridare un po’ di speranza ai nostri giovani». Giovanni Oliva, classe ’84, impiegato nella impiegato nell’organizzazione delle imprese sanitarie, fino a ieri gravitava nel vortice milanese. Poi ha vinto il richiamo delle radici: «Ho lasciato perdere la metropoli e il mio lavoro nel poliambulatorio privato. Adesso, con mio padre Marcello, mio fratello Giacomo e la mia compagna Federica, partiamo con una nuova avventura a gestione familiare». Che si concretizza nello Spazio Salute San Decenzio (inaugurazione sabato 23 novembre, open day dalle 15 alle 19, via San Decenzio 20). Centro integrato con poliambulatorio, parafarmacia, sala corsi, centro odontoiatrico. «Siamo determinati e vogliamo crederci – va avanti Giovanni -. Diamo forma a una nostra idea: ci prendiamo in carico la salute del paziente, all’interno di un percorso personalizzato. Con un modello che garantisce qualità e costi accessibili, attraverso economie di scala». E Ricci si mostra convinto: «E’ un progetto positivo, perché va incontro alla necessità di servizi e al calo di redditi. In questo momento in cui la sanità pubblica convive con i tagli, offre un’opportunità in più ai cittadini».

Ospedale. E tuttavia, proprio sul lato della sanità pubblica locale, per il presidente della Provincia è necessario definire la situazione. E’ il capitolo del nuovo nosocomio: «Nei prossimi mesi bisognerà chiarire le cose. Abbiamo fatto l’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord.  Era una cosa giusta. Ma adesso serve che la Regione faccia atti chiari sul progetto dell’ospedale unico. Non si può rimanere a metà. Si prenda una decisione netta. Noi ci crediamo, per avere un ospedale moderno e proiettato al futuro». A maggior ragione, per contare a livello territoriale, «Pesaro deve costruire un rapporto sempre più stretto con i Comuni limitrofi, per diventare la prima città delle Marche. Le Province saranno più deboli: se non ci strutturiamo finiremo schiacciati e conteremo sempre meno in ambito regionale». Inciso sulle società strumentali dei Comuni: «Perché le società pubbliche che gestiscono i cimiteri o le farmacie non possono occuparsi anche di parcheggi? O gestirli anche per i piccoli Comuni dei dintorni? Razionalizziamo».

Un po’ come lo Stato: «Se non si riforma la pubblica amministrazione, rendendola meno costosa e più efficiente, il pubblico sarà travolto. Insieme ai servizi». Così, la via per la sopravvivenza passa dal paradigma «riorganizzazione; nuove forme di collaborazione pubblico-privato, pubblico-privato-sociale; ruolo delle start-up per innovare e cambiare la pubblica amministrazione». Dall’esterno e dal basso. «Per sciogliere i nodi della burocrazia e tutelare il welfare».

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