In pratica si definisce con questo termine la mortalità per quelle cause che teoricamente possono essere contrastate sia sul piano della prevenzione primaria sia sul piano della diagnosi precoce e della qualità della terapia sia, infine, su quello dell’igiene e della assistenza sanitaria territoriale.
L’indicatore che si utilizza per sintetizzare questo fenomeno è rappresentato dai giorni di vita perduti da ogni cittadino (ovviamente in media) per cause di morte “evitabili”. L’applicazione di questo indicatore ai dati 2010 delle varie Regioni italiane porta al primo posto la Regione Marche sia tra i maschi che tra le femmine.
Nei maschi questo valore è stato nelle Marche di 18,6 contro una media nazionale di 21,3 e tra le donne di 9,72 contro una media nazionale di 11,93. Il fenomeno della minore mortalità tra le donne rispetto agli uomini è un dato comune tra tutte le Regioni.
“Quanto emerge da questa analisi condotta da un gruppo di ricerca coordinato da Nebo Ricerche PA, che coinvolge tra l’altro il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Università Tor Vergata di Roma – dice il presidente Spacca - va considerato un successo complessivo della società marchigiana. I dati sono infatti molto favorevoli sia quando si analizzano le problematiche correlate agli interventi sanitari veri e propri sia quando il fenomeno della mortalità evitabile viene ricondotto a variabili di tipo sociale come la sicurezza stradale, la corretta alimentazione, la sicurezza in casa e sul lavoro e così via”.
Questa modalità di analisi viene definita con la sigla MEV (i) che sta ad indicare Mortalità EVitabile (con intelligenza). Essa viene presentata come uno strumento per meglio orientarsi nella direzione della tutela della salute prima ancora che nella cura della malattia. La scelta di tale direzione viene proposta come scelta “intelligente” perché la più vantaggiosa dal punto di vista economico, ma soprattutto individuale e sociale. Se ne può derivare la considerazione che la politica sociale e sanitaria della Regione Marche è appunto “intelligente”.