Un testo agile, solo 37 articoli rispetto ai 150/200 degli articolati legislativi di altre Regioni, che abroga otto leggi, in vigore nelle Marche, in materia di urbanistica e pianificazione territoriale. La Giunta regionale ha trasmesso all’Assemblea legislativa una proposta di legge che ridisegna tutta la legislazione regionale, per rispondere “a un quadro territoriale mutato e alla richiesta di un governo integrato del territorio, all’insegna della partecipazione”, ha riferito il vicepresidente e assessore all’Urbanistica, Antonio Canzian, nel corso di una conferenza stampa di presentazione. Scompare il vecchio Piano regolatore comunale, sdoppiato in un Piano strutturale intercomunale e in un Piano operativo (“Quello del sindaco, a durata quinquennale o decennale, a seconda del mandato del primo cittadino”). La proposta, ha evidenziato Canzian, parte dalla considerazione che, nei decenni trascorsi, anche il territorio marchigiano ha subito trasformazioni, con un veloce consumo delle aree disponibili. I fenomeni di urbanizzazione hanno interessato parti estese, realizzando aggregati consistenti specie lungo le principali valli marchigiane.
“Per favorire decisioni migliori – ha sottolineato il vicepresidente – oggi viene richiesto di integrare il lavoro dei vari soggetti istituzionali interessati al governo del territorio. La proposta di legge della Giunta regionale prevede procedure più agili per l’approvazione degli strumenti urbanistici, certezze delle regole, qualità delle decisioni”. Il testo presentato all’Assemblea legislativa, “è frutto di una riflessione progredita nel tempo, per adattare le norme all’evoluzione in materia di governo delle trasformazioni territoriali e urbane – ha continuato Canzian – Sono state analizzate le leggi approvate da altre Regioni e studiata l’evoluzione insediativa nelle Marche, per giungere alla definizione di un testo che, riteniamo, snello e adeguato alle nuove esigenze e sensibilità. Il tutto portando a uniformità il governo del territorio e valorizzando la funzione sovracomunale di ogni programmazione, in quanto le singole scelte vanno comunque a interferire sullo sviluppo di un’area vasta, indipendentemente dalle motivazioni locali che hanno ispirato le amministrazioni comunali”. Insieme alla collaborazione interistituzionale, la proposta di legge valorizza la sostenibilità ambientale nella pianificazione urbanistica, “con una forte attenzione – sottolinea Canzian – alla conservazione delle risorse primarie, quali il territorio, il paesaggio, l’ambiente e il suolo, puntando anche sulla riqualificazione degli insediamenti esistenti. Guardiamo al superamento dell’attuale logica soltanto quantitativa degli standard, in favore della previsione di obiettivi di qualità urbana, ambientale e paesaggistica. Particolare attenzione viene, poi, dedicata ai processi partecipativi dei cittadini, per favorire una nuova consapevolezza sulla qualità urbana e territoriale, e per ricevere contributi positivi sulle scelte di pianificazione”. Canzian ha poi anticipato che la Regione, a breve, predisporrà una legge organica sulla partecipazione: “Alcuni elementi sono già stati anticipati in questa normativa, in quanti ci siamo confrontati con i promotori della legge a iniziativa popolare”.
“Le Marche arrivano alla conclusione di un percorso, ultimato da altre Regioni, ma con una proposta di legge all’insegna della forte novità – ha riferito Antonio Minetti, dirigente del servizio Territorio e Ambiente – È un testo sul quale si concentrano le osservazioni delle organizzazioni scientifiche e culturali che ruotano attorno alla programmazione territoriale. Le Marche possono diventare, da questo punto di vista, un caso pilota a livello nazionale”. Achille Bucci (dirigente Urbanistica), ha sottolineato il percorso di partecipazione che ha portato alla definizione della proposta di legge: “Prima è stato avviato un confronto con il territorio, poi è stato attivato un sito sul quale sono confluite le osservazioni che sono servite a ridefinire il testo, adottando praticamente un metodo interattivo con la società marchigiana”.
SCHED: LE CARATTERISTICHE DELLA NUOVA LEGGE
I Comuni dovranno lavorare insieme per definire le scelte strategiche e strutturali dell’ambito intercomunale, in modo da risultare più rapidi nelle questioni di dettaglio
Per raggiungere gli obiettivi prefissati, la legge supera il vecchio PRG e introduce il Piano strutturale intercomunale (PISI), un’innovazione che potrà diventare un riferimento anche a livello nazionale. Il piano intercomunale, da costruire e approvare in un’ottica di co-pianificazione, ovvero condivisione e perequazione tra gli enti locali, vedrà tutti gli enti concorrenti nella responsabilità territoriale prendere parte alla sua elaborazione. Sarà un piano di indirizzi e di strategie, dove affrontare le questioni complesse, come quelle legate allo sviluppo del territorio, Il PISI, rifiutando esplicitamente ogni definizione di dettaglio edilizio, fisserà tuttavia le regole del governo del territorio per tutti i Comuni compresi nell’ambito di pianificazione. L’ambito di pianificazione sarà individuato, in prima istanza, dalla Regione insieme ai Comuni e agli altri Enti.
Il Piano operativo comunale (POC), approvato dal solo Comune, sarà lo strumento di governo di tutte le trasformazioni che non coinvolgono la scala territoriale più ampia e che potrà essere implementato dai piani attuativi o dagli interventi edilizi diretti.
Mentre il POC sarà approvato dal solo Comune, il PISI sarà approvato da una Conferenza di Pianificazione dove siederanno tutti gli Enti interessati, evitando le lungaggini che derivano dai successivi passaggi tra i diversi uffici. Oltre a questo, la legge, molto snella, abroga diverse leggi precedenti.
La Regione recupera responsabilità di governo attraverso due documenti: un documento legato alle prospettive di sviluppo dei territorio (il DST, Documento Strategico Territoriale) e il PPAR (Piano Paesistico Ambientale Regionale) che sarà adeguato al Codice del Paesaggio e approvato in accordo con lo Stato. Il PPAR trova nei PISI lo strumento più adatto per legare paesaggio e governo del territorio.
Le Province mantengono un ruolo di coordinamento all’interno delle Conferenze di Pianificazione (cui partecipa anche la Regione) e attraverso un PTC (Piano territoriale di coordinamento) reso compatibile con la presenza dei PISI. In caso di soppressione delle Province, da parte dello Stato, sarà già comunque operativa una struttura di coordinamento che eviterà vuoti di competenze.