«Da alcune recenti esternazioni potrebbe sembrare che sul tema della riconversione dell’area ex-SGL Carbon le istituzioni (Regione, Provincia, Comune), i Sindacati, Confindustria, stiano sbagliando tutto!
Riproviamo, pertanto, a ricordare i fatti, le date e gli impegni che tutti hanno sottoscritto.
Anzitutto siamo di fronte a un’area non solo fortemente inquinata, ma anche occupata da circa 850mila mc. di capannoni industriali.
Non è, quindi, un’area “libera” da volumetrie!
Il percorso inizia nel 2007 quando Comune (Celani), Provincia (Rossi) e Regione (Spacca, vicepresidente Agostini) firmano un Protocollo d’intesa (19/2/2007) sulla base dello studio di fattibilità redatto dall’Università di Ferrara e dalla Facoltà di Architettura di Ascoli, formalmente incaricate, in cui si fissavano gli obiettivi della riconversione: “bonifica del sito come pre-condizione”; “insediamento di un Polo scientifico-tecnologico”; “realizzazione di un parco urbano-fluviale“; “trasformazione immobiliare significativa dell’area dal momento che le istituzioni pubbliche non hanno la capacità finanziaria per poter garantire un esclusivo uso pubblico dell’area quando essa sarà dismessa e bonificata” (pagg.41-43 studio di fattibilità).
Non solo: si quantificava anche in 150mila mc. la volumetria da assegnare agli interventi di mercato (pag.46 studio di fattibilità).
A seguito delle indicazioni proposte da tale studio, la Provincia (Rossi) e il Comune (Celani), facevano propria tale impostazione generale (Delibere n. 2/2009 del Comune e n. 88/2009 della Provincia).
Due anni dopo, Regione, Provincia, Comune, Sindacati, Confindustria e proprietà, con un nuovo Protocollo d’intesa (31/5/2011), non solo ribadiscono gli indirizzi generali della riconversione (bonifica del sito, insediamento di un Polo scientifico-tecnologico-culturale, valorizzazione immobiliare dell’area), ma si stabilisce il ruolo di ciascun soggetto. Si arriva, quindi, al progetto presentato da Restart che, oltre all’insediamento del Polo scientifico-tecnologico-culturale, prevede, a suo carico, la bonifica, lo smantellamento delle volumetrie industriali e la realizzazione del parco urbano, nonché la previsione di un intervento di edilizia residenziale (seppur molto superiore, è vero, a quello inizialmente previsto!).
Certo, sorprende che dal 2007 e fino a qualche mese fa nessuno abbia criticato percorso e contenuti!
E solo oggi, quando per una volta c’è un progetto (discutibile?, migliorabile?, brutto architettonicamente?) ed una unità di intenti di istituzioni e forze sociali, su di esso si esprimano pesanti critiche, seppure assolutamente legittime, senza però prospettare alcuna credibile alternativa, se non quella di azzerare tutto e ricominciare da capo!
Certo, sorprende che la Facoltà di Architettura che ha elaborato gli indirizzi generali della riconversione oggi sembra rinnegarli!
Certo, sorprende che nessuno, al contrario, abbia avuto nulla da dire sulle recenti varianti (area Rendina, Monterocco, area antistante l’Ospedale) in cui sono previsti complessivi 150mila mc., questi sì su aree agricole, dove l’interesse pubblico è completamente assente.
Certo, sorprendono anche alcune posizioni all’interno del centrosinistra.
Sorprendono perchè chi davvero vuol candidarsi alla guida della città dovrebbe dimostrare di saper governare i problemi, non scappare da essi.
Dovrebbe sostenere con forza che se il Progetto Carbon (Ascoli21, ndr) è oggi al centro del dibattito cittadino lo si deve alla esclusiva iniziativa della Regione, della precedente Amministrazione provinciale, dei Sindacati e che è davvero poco credibile considerare questi soggetti come pericolosi cementificatori!
Dovrebbe sostenerne l’impostazione generale, entrarvi nel merito per migliorarlo, ma non “regalarlo” al centrodestra! Certo, se nel 2009 avessimo vinto le elezioni comunali tutto questo sarebbe stato più facile: ma questa è un’altra storia! Se, invece, qualcuno pensa che questa sia l’occasione per recuperare il proprio peso politico, credo che ancora una volta non sia utile alla città, perché è chiaro che la probabile alternativa è che non si faccia niente e che per i prossimi 30 anni l’area Carbon rimanga inquinata e con i suoi 850mila mc. di capannoni industriali bene in vista: esattamente com’è oggi!
E questa sarebbe una sconfitta per tutti!