Pizi il progetto del Pd per Ascoli nel 2009 è ancora valido

Pizi il progetto del Pd per Ascoli nel 2009 è ancora valido

Al di là delle continue e costose "campagne promozionali" sul nulla, una giunta a pezzi ed un centrodestra allo sbando.Ennesime varianti urbanistiche in assenza di un piano regolatore da sempre sbandierato e mai concluso.
Il PRG è oramai diventato il principale strumento su cui il primo cittadino sta impostando la prossima campagna elettorale per accattivarsi la simpatia di qualche costruttore.
Un debito di circa 9 milioni di euro nei confronti della SABA (società che gestisce i parcheggi) che noi, inascoltati, denunciamo da anni.
Il nostro meraviglioso centro storico gestito senza un progetto, senza una visione d'insieme, dimenticando che Ascoli è una città capoluogo e non un paesino di campagna.
Il tema dell’università mai affrontato con convinzione in modo concreto e programmatico, bensì solo come atto dovuto per poi sfruttarlo in modo propagandistico.
Il problema delle barriere architettoniche, ahimè, più volte da me segnalato, ma mai risolto rendendo la nostra città per i disabili una delle meno accessibili d’Italia.
Gli handicappati o diversamente abili che dir si voglia (non è il lessico che risolve i problemi) più che accompagnarli a Lourdes (come si vanta di fare ogni anno il Sindaco) vanno messi in condizioni di autosufficienza rispettando il loro diritto all’integrazione.
Questi sono alcuni punti che dimostrano il metodo sciatto e propagandistico di questa amministrazione di centrodestra nell’affrontare i problemi di Ascoli.
A chi sostiene, temo in malafede, dimostrando scarse funzioni mnemoniche che: “il PD cittadino fino ad oggi è rimasto fuori dal dibattito di forte opposizione a Castelli e alla sua giunta”, faccio notare che l’Unione Comunale del mio partito assieme al suo gruppo consiliare ha sempre incalzato l’attuale maggioranza con interrogazioni, mozioni ed ordini del giorno in consiglio (basterebbe consultare gli atti ed i verbali consiliari) e iniziative pubbliche (SABA, università, sociale, commercio, artigianato, PRG, ex Carbon, ecc.) in segno di quella forte opposizione alla giunta Castelli che artatamente qualcuno continua a negare in modo strumentale.
Spero non si voglia perseverare negli errori del passato finendo per assecondare chi punta sulla divisione e la sconfitta del PD ascolano!
Il progetto di rinnovamento profondo della città, presentato dal centrosinistra ai cittadini nel 2009 è ancora attuale e necessario: è il punto da cui ripartire.
Da questo punto di partenza è utile e necessario aprirsi al confronto con tutte quelle forze politiche ed i movimenti che individuano, come noi, nella discontinuità e nel rinnovamento della classe politica e dirigente della città l'elemento essenziale su cui fondare il cambiamento.
Per questo, il PD ascolano, la cui classe dirigente è composta da donne e uomini validissimi, vede nel metodo delle "primarie aperte" (in occasione delle quali i candidati dovrebbero dichiarare anche con quale coalizione intendono governare) lo strumento indispensabile per il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte che li riguardano.
Alternative alla destra che governa la nostra città non si costruiscono con teorie aritmetiche che sommano i transfughi del centrodestra a qualche altro pezzo di pseudopposizione che spesso vota i provvedimenti della maggioranza.
Pertanto, abbandoniamo l’idea che con le addizioni (PD + Aliberti + Travanti + Ciccanti , ecc.) si costruisce l’alternativa alla destra.
Ribadisco, come peraltro espresso all’unanimità dall’ultima assemblea dell’Unione Comunale del partito che i due assessori (Travanti ed Aliberti) cacciati dalla sua Giunta da Castelli, non possono essere nelle liste e tanto meno concorrere alla carica di Sindaco di una coalizione col Partito Democratico.
Nel ringraziare quanti, del PD e non, si ostinano a voler dare un loro contributo, sempre apprezzabile quando volto a costruire unità d’intenti, rivendico per l’Unione Comunale del partito ascolano quell’autonomia decisionale che gli spetta cosi come noi abbiamo fatto in passato per altre realtà dove s’è votato.