Le esternazioni di Agostini come le prediche del 2009

Le esternazioni di Agostini come le prediche del 2009

Per lo meno stavolta non ci ha accusati di collateralismo a Castelli e ciò potrebbe essere un passo avanti.
Una occasione persa quella dell’on. Agostini in questa intervista poiché ha ripetuto esattamente quello che predicava nel 2009 prima che Antonio Canzian prevalesse sulle primarie del 30 novembre del 2008.
Dopo, tutti sanno come è andata.
Ma contrariamente a quello che pensa e scrive l’On. Agostini, non permetteremo che Ascoli Piceno sia relegata nuovamente a città di serie B come peraltro sta già alacremente lavorando il Sindaco Castelli bensì metteremo il PD di Ascoli nella condizione di poter vincere le prossime amministrative.
Raccolgo e condivido ben volentieri la dichiarazione in cui chiede che le primarie per il Sindaco siano un momento di grande partecipazione non chiuse nelle segrete stanze; peccato per quelle precedenti perché quasi mai rispettate. Noi le faremo esattamente cosi, aperte, inclusive con più candidati, come il congresso provinciale, aperto e con più candidati.
La preoccupazione delle alleanze su Ascoli Piceno, vero cruccio dell’On. Agostini è totalmente infondata perché il PD di Ascoli Piceno la pensa esattamente come il PD Nazionale ossia con la gente fuoriuscita da Destra nessuna alleanza e siccome qui non necessitiamo di un governo di larghe intese, il messaggio ai cittadini è chiaro e inequivocabile. Nessun patto con chi ha sostenuto o non sostiene a metà il Sindaco Castelli.
Non esistono modelli o laboratori, quindi rassicuriamo i cittadini; stiamo lavorando su un nuovo gruppo dirigente che sia in grado di conquistare la città Capoluogo riposizionandola al centro del territorio.
Suggerirei all’On. Agostini di occuparsi un po’ di più dei problemi seri del territorio, della perdita di autorevolezza, della azzerata competitività, di attrattività per imprese ed imprenditori e della mancanza di lavoro. Mi aspetterei dal nostro Parlamentare alcune direttrici su cui poter lavorare per un nuovo modello di territorio, perché quello che abbiamo sono i capannoni vuoti che andrebbero riempiti di progetti per generare nuovo lavoro.
Infine due parole sulla vita interna di partito.
Caro Luciano, dividere costantemente non paga più e vincere sui pochi rimasti non fa che alimentare la fuga dell’elettorato verso i movimenti, anche quelli di protesta come il M5S.
Il prossimo anno il PD deve affrontare la campagna elettorale in quasi tutti i Comuni della provincia di cui parecchi con Sindaci a fine mandato.
Se io fossi te, la smetterei di giocare con il territorio e con i suoi rappresentanti.