"L’impressione, con conseguente timore, che serpeggia nell’intera area - si legge in una nota - è che gli esuberi previsti riguardino solamente le zone di Fabriano e di Caserta dove sicuramente , sono stati annunciati numeri superiori , ma è necessario ricordare che gli esuberi a Comunanza sono più del 30% dell’intera forza lavoro attualmente presente .
L’intera economia del territorio si regge grazie alla Indesit dove vi lavorano circa 650 persone, provenienti da circa 48 paesi e città del Piceno e del Fermano senza contare sul suo importante indotto . Se dovesse essere attuata la soluzione dettata dall’azienda perché considerata meno preoccupante di quanto non le siano quelle di Fabriano e Caserta, ci sarebbero ripercussioni devastanti con un aumento di ricadute sociali ed impoverimento del territorio già largamente provato dalle carenze e tagli nelle scuole, sanità , trasporti ecc. Qualsiasi taglio alla forza lavoro è inaccettabile.
Nel territorio montano non ci sono altre risorse o alternative di occupazione e questo favorirebbe un esodo incontrollabile che nessuno vuole e che peggiorerebbe le condizioni di vita dell’intera area.
Non vorremmo, ripetono i Presidenti ed il sindaco, che essendo Fabriano e Caserta i centri più grossi e dove ci sono a rischio più posti di lavoro, si ottengano soluzioni idonee e si tenda a trascurare il polo produttivo di Comunanza , lasciando le cose così come annunciate e mettendo veramente a rischio tutta la economia del territorio Piceno e Fermano .
Il prossimo 26 luglio si terrà un ulteriore incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico dove si incontreranno i rappresentanti delle Regioni di Marche e Campania , la Indesit e le associazioni Sindacali e si spera possa scaturire una rapida, equa, e risolutiva soluzione a salvaguardia della occupazione Picena e Fermana".