Nelle dichiarazioni di Olivieri traspare anche una pochezza di idee che rispecchiano perfettamente il modo di pensare dell’Amministrazione Provinciale, di cui è assessore, che in questi anni ha portato la Provincia di Ascoli Piceno al tracollo finanziario con un deficit di oltre venti milioni di euro.
Se il Parco Marino ancora non ha visto la luce è proprio grazie a lui ed agli altri componenti della Giunta Provinciale che con una specifica delibera ha di fatto affossato un iter che, ottenuti tutti i pareri favorevoli e persino la copertura finanziaria, era giunto ad un passo dalla formale istituzione.
Le sua Giunta, peraltro, non ha motivato questo boicottaggio con la propria contrarietà al progetto, ma con la necessità di riaprire un confronto con il territorio e le categorie economiche interessate al fine di valutare l’esatta fattibilità del progetto.
Un confronto che a tutt’oggi non è mai stato neppure avviato!
Il tutto, mentre la comunità scientifica invoca in coro progetti di tutela del mare, mentre le Organizzazioni sindacali continuano giustamente ad indicare l’Area marina protetta del Piceno, integrata con la Riserva naturale della Sentina, una delle poche progettualità innovative per la promozione e lo sviluppo futuro del territorio; mentre l’UNICAM ha organizzato diversi master universitari in materia per i nostri laureati.
Con questo atteggiamento, si va di fatto a vanificare un percorso avviato sin dall’inizio degli anni ’90 e portato avanti da numerosi Enti locali della fascia costiera che, coordinati dalla Provincia di Ascoli Piceno, hanno profuso notevole impegno e risorse finanziarie per il suo compimento.
Un percorso amministrativo complesso e partecipato, volto all’istituzione di un’innovativa area marina protetta, concepita in modo tale da conciliare le esigenze di conservazione e salvaguardia delle risorse marine con la loro necessaria fruizione.
Conservazione sempre più necessaria considerando che, come confermato dai dati forniti da Coldiretti- ImpresaPesca, il pescato negli ultimi anni è diminuito del 50% a causa di “una situazione che è figlia di politiche sbagliate nel passato con il via libera a sistemi di pesca troppo impattanti con l’ecosistema” .
Olivieri non lo sà ma il Parco Marino ha già le risposte giuste a questo problema, la salvaguardia della biodiversità e della catena biologica garantiscono il giusto equilibrio per la riproduzione delle specie ittiche, una pesca compatibile potrà continuare a fornire sostentamento, opportunità di sviluppo e benessere per il futuro, alle popolazioni del Piceno, così come ha fatto per tante generazioni.
Ma il Parco Marino, contrariamente a porti, porti-canali, questi sì irrealizzabili, offrirà molteplici nuove e durature opportunità di sviluppo socio economico anche nel settore turistico, priorità di accesso a sempre crescenti linee di finanziamento nazionali e comunitarie volte alla ricerca e alla conversione ecologica delle attività economiche e produttive, determinando nuove e qualificate opportunità occupazionali.
Per tutto questo pensiamo che sia importante riprendere con determinazione il percorso per l’istituzione del Parco Marino, in concerto con tutti comuni costieri del Piceno, in particolare con quello di Grottammare, da dove anni fa partì l’idea dell’area marina protetta.