Lo ha detto l’assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani, in apertura dei lavori della Conferenza regionale. “Una riforma imposta dai cambiamenti dei bisogni, dovuti alla trasformazioni avvenute. Occorre mantenere il sistema sul piano finanziario o rischiamo di scivolare verso forme che potrebbero determinare iniquità maggiori rispetto a quelle odierne. Alle vecchie povertà ne stanno subentrando delle nuove: un milione di famiglie non ricorre a cure mediche che in altre situazioni sarebbero indifferibili.
Dobbiamo confrontarci con questo quadro di riferimento e agire di conseguenze. Posizioni e rendite del passato non sono più giustificabili.
È il momento di mettersi in discussione, oltre che avanzare rivendicazioni”. Il percorso costruito in questi anni non è più sufficiente, ha continuato Mezzolani. “Abbiamo combattuto gli sprechi, abbiamo snellito l’organizzazione burocratica e amministrativa per ridistribuire le risorse ai servizi per i cittadini. A chi oggi chiede un ritorno alla personalità giuridica dell’Area Vasta, diciamo no, perché sarebbe un ritorno a una forma di autonomia che ha affossato il sistema del passato.
Occorre delineare un modello nuovo che sappia contrastare e contenere gli effetti dei tagli lineari nazionali che hanno raggiunto un impatto al limite della sostenibilità economica e sociale. Un modello in grado anche di dare risposte ai nuovi bisogni dei cittadini, oggi espressi da un incremento delle patologie croniche, rispetto a quelle acute, proprio dovuto all’invecchiamento della popolazione”.
“Rivendichiamo con forza la coerenza del percorso intrapreso con il nuovo Piano sociosanitario. Da quel piano Piano discendo quelli di Area vasta discusi e condivisi con il territorio. Oggi diversi sindaci reclamano un mancato rispetto degli impegni, senza però considerare che a luglio è arrivata la spending review, con tagli triplicati rispetto alla previsione.
Per affrontare questa situazione è stata necessaria un rimodulazione della proposta tecnica, in grado di riorientare i tagli in proposte organizzative. Abbiamo ascoltato i territori, apportando le modifiche che hanno riguardato la distribuzione dei posti letto e i punti di primo intervento, senza sconvolgere li quadro di riferimento”. Se alcuni possono sfuggire alle proprie responsabilità, “a non noi non è concesso - ha concluso Mezzolani – Sappiamo che la riforma è necessaria per continuare a garantire l’universalità del nostro servizio sociosanitario”.